Mezzo milione di persone hanno partecipato alla Marcia per la Vita tenutasi a Lima sabato 21 marzo.
Il doppio, rispetto allo scorso anno.
Il Perù si conferma così come il Paese che vanta la più grande mobilitazione pro-life di tutta l’America Latina.
“Tutti abbiamo dentro un bambino” è stato il tema di questa edizione: tutti infatti siamo stati embrioni, feti e bambini e se qualcuno avesse deciso di eliminarci nella pancia di nostra madre, oggi non ci saremmo.
La manifestazione, che vuole ribadire la difesa della vita dal concepimento alla morte naturale, si tiene annualmente dal 2002, nel contesto della celebrazione del Giorno del Nascituro, fissato al 25 marzo dalla legge statale. In Perù, lo ricordiamo, l’aborto è ammesso solo in caso di pericolo per la vita della madre o di grave malformazione del feto. Gli attacchi alla vita e alla famiglia, però, sono sempre dietro l’angolo, sebbene per il momento siano stati fermati.
Lo scorso 10 marzo, tanto per fare un esempio, la Commissione giustizia del Congresso peruviano ha bocciato un progetto di legge volto a riconoscere le unioni civili omosessuali, scatenando molte polemiche da parte delle associazioni LGBT. E a Lima hanno marciato molti dei politici che hanno difeso la vita e la famiglia naturale in Parlamento.
Promotore della Marcia è stato l’arcivescovo di Lima, il cardinale Luis Cipriani, il quale ha letto ai manifestanti il messaggio inviato loro da Papa Francesco e ha plaudito la massiccia presenza di tanti giovani, sia tra i volontari che hanno dato una mano per l’organizzazione, sia tra i partecipanti.
Secondo l’arcivescovo questa è la dimostrazione che il Perù difende la vita, il matrimonio e la famiglia. Intervistato alla radio, il cardinale Cipriani ha espresso la sua contrarietà all’aborto anche in caso di stupro, perché in tal modo si aggiungerebbe violenza a violenza, in quanto verrebbe ucciso il bambino innocente. Inoltre, l’arcivescovo ha invitato a destinare più risorse proprio all’accoglienza della vita e per aiutare le madri in difficoltà, anziché finanziare l’aborto.
Numerosi anche gli esponenti della Chiesa evangelica, perché i temi al centro della Marcia non hanno etichette né appartenenze confessionali, ma si fondano sulla ragione e sulla legge naturale. Tra i cartelloni che si son visti sfilare per le vie della capitale peruviana si potevano leggere scritte quali “Dio ha creato Adamo ed Eva, non Adamo e Esteban”, “Sì alla vita, sì alla castità”, “Non esiste un terzo sesso”.
La grande manifestazione, tenutasi in un clima festante e gioioso, si è conclusa con la presenza di tanti artisti e cantanti, che si sono esibiti sul palco allestito nel punto in cui terminava la marcia. Tra questi, c’è stato pure un video-saluto di Suor Cristina, la ormai celebre suora italiana vincitrice del concorso musicale “The Voice”.
Mentre l’Occidente appare stanco e anestetizzato, nelle “periferie del mondo” c’è un popolo forte e coraggioso che scende in piazza in nome di chi non può parlare. Impariamo dal Perù e ricordiamoci della Marcia per la Vita italiana: l’appuntamento è a Roma domenica 10 maggio.
Fonte: Aciprensa
Sito della marcia, Video della marcia
Federico Catani