02/11/2021 di Anna Bonetti

Il post-Ddl Zan ci svela chi sono i veri odiatori

I giorni successivi alla bocciatura del Ddl Zan tengono ancora aperto il dibattito sulla vittoria contro una proposta liberticida e pericolosa.

Mi duole particolarmente, però, che i pro-Ddl Zan, vedano ancora nella nostra libertà una presunta “libertà di odiare”. L’unico odio che ho visto in questi ultimi giorni, infatti, è stato nella miriade di insulti senza sosta che esponenti pro life e pro family e associazioni hanno ricevuto, in particolare sui social. Insulti che sono scaturiti anche nell’augurio di morte, di essere addirittura violentata o rinchiusa da qualche parte.

Nel mio caso personale, per esempio, sono stata costretta a segnalare almeno centinaia di insulti, molti dei quali molto gravi, per non parlare della sfilza di minacce ricevute in privato.

Chi si è opposto al disegno di legge Zan, quindi, viene ancora e sempre visto come un odiatore, quando invece si è sempre ribadito il pieno e massimo rispetto per tutte le persone. D’altronde se questo fosse stato il vero obiettivo del Ddl, allora perché non è stata accettata la proposta del centro-destra, condivisa anche dal senatore Pillon, e da chiunque sia dotato di un minimo di buonsenso, di inasprire le pene per chi discrimina o picchia una persona per il proprio orientamento sessuale?

D’altronde, l’onorevole Zan, nella diretta con Fedez, aveva ribadito che la cosa più importante era entrare nelle scuole e aiutare i bambini ad intraprendere un percorso di transizione e che accettare la proposta del centrodestra significava cancellare il cuore della legge. Si percepisce da questo discorso la violenza ideologica alla quale miracolosamente siamo scampati e che oggi rasserena tutti noi.

Forse, però, a chi proponeva il ddl Zan dispiacerà se i pro life e i pro family potranno insegnare ai propri figli un rispetto incondizionato per l’essere umano, senza categorizzazioni e senza che questo censuri nell’insegnare loro a distinguere ciò che è giusto da ciò che è sbagliato. Come ad esempio la pratica barbara dell’utero in affitto, che di fatto è l’unico modo che permette alle coppie omosessuali di procreare.

Certo, in molti come ad esempio Roberto Saviano continuano e continueranno a dire che il Ddl Zan non c’entrava nulla con l’utero in affitto. Certo, nel testo di legge non è mai stato menzionato, ma non è nemmeno stato chiaro quali sarebbero state le conseguenze della legge, proprio per quanto riguarda tale pratica. Una pratica abominevole, appunto, che permette la compravendita legalizzata di esseri umani che vengono concepiti e strappati alle braccia della madre appena nati, con la finalità di soddisfare l’interesse altrui.

Tra i “cori” pro Ddl Zan che si sono levati subito dopo la bocciatura della proposta non è mancato quello di Cathy La Torre, la quale ha commentato la sconfitta con lo slogan “hanno vinto i violenti”, fomentando ancora una volta l’odio nei confronti di chi la pensa diversamente.

Come se Pro Vita & Famiglia e tutti coloro che si sono opposti al ddl Zan siano felici se degli omosessuali vengono picchiati o discriminati. Allora perché ha omesso di specificare che quel personaggio controverso che qualche mese fa ha picchiato due omosessuali, mentre si stavano baciando nella metro di Roma, rischia ben 16 anni di carcere grazie alla legge già vigente? Chi di noi a mai esultato per questo? Semmai l’unica cosa di cui siamo compiaciuti è che chi ha commesso un simile gesto paghi il suo debito con la giustizia.

Inoltre, in modo assurdo e totalmente falso, c’è chi dice che la ragione per cui i parlamentari del centro-destra hanno esultato sia per poter continuare a discriminare e i gay senza problemi. Come se tutti i giorni chi ha contestato la legge Zan andasse in giro a minacciare o aggredire le persone per il proprio orientamento sessuale. Quell’applauso non era altro che lo specchio di un sollievo per la nostra libertà, che come è stato dimostrato infinte volte, questo decreto metteva seriamente in pericolo. Una libertà che non impedisce per alcun motivo alle persone di amare chi vogliono, con tutte le tutele necessarie, previste dalla nostra Costituzione, ma che contrasta semplicemente la pretesa di mettere a repentaglio le libertà altrui e di educare i nostri figli secondo il filo conduttore del pensiero unico.

D’altra parte era pienamente condivisibile l’idea di aggravare le pene per chi picchia o insulta una persona per il proprio orientamento sessuale e per la propria disabilità, una proposta che però è stata affossata proprio dagli stessi pionieri della legge Zan, che si sono rifiutati fino all’ultimo di venire incontro al centrodestra e di modificare il testo.

E’ evidente che se a detta loro le discriminazioni verso le persone LGBT erano il fine che la legge intendeva combattere, la realtà ci porta a comprendere che non era esattamente così, come ci hanno voluto far credere.

Dal quadro che è emerso in questi giorni, infatti, si evince una profonda contraddizione da parte di chi invocava una legge che dovesse tutelare il rispetto e allo stesso tempo vomita odio verso chi la pensa diversamente.

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