Per la prima volta l’Italia ha ospitato il tour di una giovane “detransitioner” (una ragazza che aveva intrapreso il percorso per “cambiare genere” e ha poi deciso di tornare indietro), per diffondere la testimonianza diretta di chi ha vissuto sulla propria pelle i danni e le conseguenze dell’ideologia gender e della transizione in giovane età.
Si tratta dell’evento “INGANNATA - Perché nessuno è nato nel corpo sbagliato. Nemmeno io”, che ha portato la detransitioner americana Luka Hein in Italia dall’11 al 27 ottobre scorsi per un ciclo di convegni su tutto il territorio nazionale, alla presenza – in totale – di oltre 2.000 persone. In particolare le città toccate sono state Roma (il 13 ottobre al Teatro Italia); Catania (il 15 ottobre Teatro dell’Ispettoria Salesiana Sicula S. Paolo); Palermo (il 16 ottobre alla PDG Young Home); Brescia (il 20 ottobre all’auditorium Capretti); Firenze (con una conferenza stampa il 22 ottobre a Palazzo Vecchio); Rimini (il 24 ottobre nella Sala parrocchiale di San Giuseppe al Porto); Assisi (il 26 ottobre all’hotel Il Cenacolo, nell’ambito dell’evento “Le Tavole di Assisi”).
Un successo straordinario, dunque, nonostante i tentativi di boicottaggio da parte di attivisti Lgbtqia+ che hanno creato una “shitstorm” sul sito Eventbrite (che abbiamo utilizzato per far iscrivere tutti i partecipanti), inondando il sito con iscrizioni fasulle, con lo scopo – ma non ci sono riusciti – di creare disagi e overbooking per chi invece voleva iscriversi e partecipare davvero. Così come non è riuscito il vergognoso tentativo di censura delle forze politiche di sinistra a Firenze (in particolare Partito Democratico, Alleanza Verdi Sinistra - Ecolò, Sinistra Progetto Comune e Possibile Firenze) che hanno attaccato la conferenza stampa organizzata insieme a Fratelli d’Italia, chiedendone addirittura l’annullamento. Un tentativo al quale è seguita la contro-manifestazione davanti Palazzo Vecchio di uno sparuto gruppo di attivisti trans-femministi, che hanno comunque reso necessario l’intervento delle forze dell’ordine per scortare i partecipanti da un’uscita secondaria. Anche a Brescia, tra l’altro, sono apparsi insulti e minacce e scritte di contestazioni su muri nei pressi del luogo dell’evento.
Eventi che – oltre al presidente di Pro Vita & Famiglia onlus Toni Brandi e ai portavoce Maria Rachele Ruiu e Jacopo Coghe - hanno coinvolto esperti, giornalisti, medici e personalità della politica di grande rilievo. Tra questi Roy De Vita, medico e direttore del Dipartimento Chirurgia Plastica dell’Istituto Tumori di Roma; Massimo Gandolfini, presidente dell’Associazione Family Day; Costanza Miriano, giornalista Rai; Aldo Rocco Vitale, docente di Filosofia del diritto presso l’Università Europea di Roma; don Riccardo Cendamo, sacerdote della Diocesi di Roma; Fabio Dragoni, giornalista e scrittore; Raffaella Frullone, giornalista; Giovanni Frajese, professore e medico e i politici Maurizio Gasparri (capogruppo in Senato di FI); Paolo Inselvini (eurodeputato di FdI); Matteo Montevecchi (consigliere regionale in Emilia-Romagna); Alessandro Draghi (consigliere comunale a Firenze di FdI); Diego Petrucci (consigliere regionale in Toscana di FdI); Marco Stella (consigliere regionale in Toscana di FI).
«Sono stata ingannata dalla comunità Lgbtqia+, che ai miei disagi da adolescente, alla mia confusione, alle mie paure ha risposto con la dittatura del pensiero unico, con l’unica e sola strada dell’ideologia gender senza neanche ipotizzare per me alternative o strade diverse da quella della transizione di genere. Ecco dunque che attivisti, medici faziosi e quelli che credevo amici mi hanno spinto a cambiare genere, ad assumere farmaci, ad arrivare alla doppia mastectomia addirittura a 16 anni e hanno letteralmente ricattato i miei genitori, facendo loro credere che se non fossi diventato un uomo sarei finita per essere una donna morta, magari forse suicida. Tutto ciò è capitato a me ma succede quotidianamente a migliaia di giovani, vittime dell’approccio affermativo». Sono state le parole shock che Luka ha rivolto a chi l’ha incontrata. «E’ disumano – ha sottolineato sempre – dire a una persona che il suo corpo è quello sbagliato».
Il tour di Luka Hein in Italia è stato dunque un enorme successo ma soprattutto ha raggiunto l’obiettivo che si prefiggeva: essere una grande campagna-verità per svelare i danni che l’ideologia gender arreca soprattutto ai più giovani, confusi sulla loro identità sessuale, indotti a credere di essere “nati nel corpo sbagliato” e spinti verso percorsi di transizione sessuale con terapie ormonali e devastanti interventi chirurgici. Proprio questa, infatti, è la storia di Luka Hein, 22enne americana originaria del Nebraska, che a 14 anni ha intrapreso un percorso di terapie ormonali per “diventare maschio” arrivando fino a subire una mastectomia totale a soli 16 anni. Accortasi del terribile inganno, oggi Luka gira l’America - e adesso anche il mondo - per svelare la tragica spirale di menzogne che circolano nelle scuole e sui social network sulla transizione di genere.
«Con questa campagna abbiamo voluto portare la voce della verità nel dibattito italiano, totalmente dominato dall’incauto approccio “affermativo”, come dimostra il caso che ha visto coinvolto l’Ospedale Careggi di Firenze, o da un vero e proprio approccio politico, come dimostrato dal laboratorio per “bambin* trans” promosso dall’Università di Roma Tre lo scorso settembre su iniziativa di una ricercatrice attivista LGBT. Oggi, infatti, molti Paesi un tempo pionieri sul fronte della transizione di genere - come Gran Bretagna, Australia, Svizzera, Norvegia, Svezia, Finlandia, Danimarca, Olanda e buona parte degli stati degli Usa - stanno facendo marcia indietro, addirittura chiudendo cliniche storiche come il Tavistock Center di Londra coinvolto in un pesante scandalo. Con la scioccante storia di Luka Hein abbiamo dunque voluto svelare l’inganno che ogni giorno convince sempre più adolescenti di essere “nati nel corpo sbagliato” e aiutare anche l’Italia ad arginare questa tragica deriva ideologica. L’obiettivo del tour, però – conclude Brandi – non si esaurisce con la fine del tuor stesso. La missione della nostra vasta campagna-verità, infatti, è stata e continua ad essere quella di smuovere una volta per tutte le coscienza – e la politica – affinché si cambi radicalmente concezione e prospettiva sull’abominio che è la transizione di genere per bambini e adolescenti. Nessuno nasce e mai nascerà nel corpo sbagliato, dunque vogliamo arrivare all’obiettivo che questa pratica diventi assolutamente impensabile oltre che impraticabile».