“Sesso : M o F”. Questo lo sapevo che è roba vecchia e superata. Però, nell’acronimo LGBTQI, mi ero sempre chiesta – nella mia imperdonabile ignoranza – cosa volesse dire “Intersessuale”. Ora, forse, l’ho capito: né maschio, né femmina, né “asessuale”.
L’Osservatorio della Bussola ci presenta un altro caso di follia gender politicamente corretta: Vanja, ragazza tedesca nata femmina, per una patologia, rimane in uno stato di pubertà perenne e per problemi ormonali le cresce anche la barba. Ha chiesto all’anagrafe del suo paese che nei suoi documenti alla voce “sesso” si indichi “inter” o “diverso”: non va bene un “X” che indichi uno stato di attesa, di sospensione. Vanja non vuole essere “asessuale”: appartiene ad un terzo sesso, né maschile né femminile. Quindi sta alla burocrazia tedesca il compito di “normalizzare” uno stato che la ragione e il buon senso considerano ovviamente una vera eccezione.
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Francesca Romana Poleggi