Mentre rimane in piedi il dilemma etico sui vaccini - e ci si chiede perché ancora non sono in campo vaccini eticamente accettabili, dunque senza l’uso di linee cellulari da feti aborti in nessuna fase di sviluppo o produzione - tra le cure anti-Covid potrebbe arrivarne una in grado di guadagnare il primato sulle altre soprattutto perché - secondo quanto si apprende da Panorama - sarebbe eticamente accettabile. Stiamo parlando di CureVac, il primo siero totalmente prodotto in territorio UE, per la precisione in Germania, di cui l’Unione Europea ha prenotato 450 milioni di dosi.
Secondo Guido Forni, professore emerito di immunologia all’Università di Torino e membro dell’Accademia dei Lincei, se tale vaccino arrivasse a stretto giro, rappresenterebbe «la soluzione». CureVac offre la «tecnologia più avanzata» tra i vaccini attuali, «si può conservare a temperatura ambiente e non dovrebbe avere effetti collaterali». Anche per questo, potrebbe essere la «rivoluzione dei vaccini», ha detto Forni, intervistato da Cusano TV.
Intanto l’approvazione di CureVac da parte dell’Agenzia Europea del Farmaco è sempre più vicina. Inoltre, ha affermato Forni, «sono già pronti i vaccini contro le varianti perché è bastato cambiare una parte dell’Rna e il vaccino è già pronto». L’auspicio dell’immunologo è che in futuro i vaccini mRna possano essere utilizzati contro «altre malattie infettive» e persino «come forma di prevenzione per quei tumori di cui si conosce l’origine e sono dovuti a un particolare difetto genetico».
CureVac, come detto, è prodotto nell’Unione Europea, quindi secondo i medici e chi sta organizzando la campagna vaccinale, dovrebbe sopperire alla carenza di dosi di altre case farmaceutiche.
«Il candidato vaccino di CureVac, CvnCoV – ha dichiarato Franz-Werner Haas, amministratore delegato di CureVac – è in una fase avanzata della sperimentazione clinica a seguito di ampi studi sulla sicurezza e sulla tollerabilità. Ci aspettiamo nuovi dati nel corso del secondo trimestre e li utilizzeremo come base per far avanzare il processo di approvazione del nostro vaccino che è già iniziato».
CureVac prevede una produzione «fino a 300 milioni di dosi nel 2021 e un miliardo di dosi il prossimo anno», ha aggiunto Haas. In Italia dovrebbero arrivarne circa 30 milioni, di cui 7,3 milioni entro giugno e 14 milioni a settembre. Rispetto a Pfizer e Moderna, CureVac prevede un dosaggio inferiore di Rna messaggero. Infine, stando a quanto affermato da Haas, la casa farmaceutica sta conducendo analisi per verificarne l’efficacia anche sulle varianti. «Recentemente siamo stati in grado di dimostrare nei test preclinici che è efficace contro la variante sudafricana», ha sottolineato l’amministratore delegato di CureVac, concludendo che il prodotto «offre la flessibilità di adattare i futuri candidati vaccini alle varianti».
CureVac è stato annunciato come la grande novità che spariglierà le carte sulla scena vaccinale. Mentre sull’efficacia medica, ci sono buone ragioni per ipotizzare un successo per questa cura, sul piano etico permangono le perplessità poiché si trarrebbe ancora dell'unico e solo vaccino che non usa linee cellulari provenienti da feti abortiti. E gli altri? Perché ancora mancano all'appello? La stessa Pro Vita & Famiglia, infatti ha espresso, anche per mezzo della sua ultima petizione, i suoi dubbi e incertezze. L’alternativa, però, è già dietro l’angolo: si pensi ai numerosi vaccini sviluppati in modo etico su animali e piante. Tra questi: il russo Epivac Corona, i cinesi BBIBP-CorV e New Crown Covid-19, l’indiano BBV152. Tutte soluzioni, che la comunità scientifica non dovrebbe trascurare di sviluppare e aggiornare, anche per evitare che, in un’ipotetica «era delle pandemie», si arrivi al paradosso morale di dover incentivare l’aborto per salvare vite umane.
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