Non si sono fatte attendere le rimostranze della sinistra ideologizzata alla mozione del leghista Rossano Sasso presentata lo scorso 11 settembre presso la commissione “Cultura, scienza e istruzione” della Camera dei deputati. La mozione approvata col sostegno dei deputati di Fratelli d'Italia, Lega e Forza Italia - intende infatti introdurre linee guida che impediscano che l’insegnamento scolastico venga utilizzato per propagandare tra i giovani, in modo unilaterale e acritico, modelli comportamentali ispirati all’‘ideologia gender’.
Ebbene, a levare gli scudi ci hanno pensato non solo i politici radicali e progressisti in Italia, ma anche quelli – italiani – neo eletti al Parlamento Europeo. «Questa mozione appare in aperto contrasto con i valori UE e costituisce una minaccia ai diritti dei cittadini, in particolare delle persone LGBTQIA+, inclusi i bambini», hanno infatti tuonato in un’interrogazione con richiesta di risposta scritta alla Commissione Europea gli onorevoli tutti appartenenti all’ Alleanza Progressista dei Socialisti e dei Democratici (S&D): Alessandro Zan, Sandro Ruotolo, Irene Tinagli, Alessandra Moretti, Pina Picierno, Brando Benifei, Camilla Laureti, Cecilia Strada, Raffaele Topo, Annalisa Corrado
«Negli ultimi mesi – dicono i dem - abbiamo già assistito in altri Stati membri a simili tentativi, che miravano a limitare i diritti fondamentali in questo ambito», mentre invocano, non si sa bene a che titolo e con quale appiglio «i valori dell’Unione europea, in particolare dell’articolo 2 del TUE e dell’articolo 19 del TFUE, considerando la Carta dei diritti fondamentali dell’Ue, in particolare l’articolo 21».
Insomma il mantra è sempre lo stesso: in nome della non discriminazione si intende propagandare l’ideologia di genere per indottrinare in special modo i bambini. Nutriamo, purtroppo, poche speranze che possa arrivare una risposta negativa alle domande, le quali sono state: se la Commissione è conoscenza di questi fatti; se la stessa Commissione «ritiene che questa mozione rappresenti una minaccia ai diritti fondamentali sanciti dai trattati dell'UE» e se intende adottare qualche misura in proposito. Chissà, forse il cambiamento – già in parte, seppur ancora piccolo – in Europa, un giorno porterà a dare come risposta a queste istanze un secco e chiaro «giù le mani dai bambini», evidenziando anzitutto il diritto alla priorità e libertà educativa dei genitori.