In Francia l'”Agence de la biomédecine” e il Ministero della Salute hanno pubblicato un piano d'azione sul tema “riproduzione umana, embriologia e genetica" per il 2022-2026, in cui una delle principali priorità è quella di aumentare l'uso della procreazione medicalmente assistita.
Dalla promulgazione della legge che estende la PMA in Francia sono state registrate quasi 6.800 nuove richieste di prime consultazioni, mentre nel 2021 erano state organizzate solo 2.300 prime consultazioni ed pochissimi tentativi di PMA con donazione di seme.
I dati indicano che attualmente il tempo medio di attesa prima di essere chiamati per la tecnologia riproduttiva assistita da donatore è di circa un anno. In questo contesto, il piano d'azione ministeriale prevede nuovi crediti di sostegno per le strutture sanitarie, mentre i medici chiedono che le attività di donazione e conservazione dei gameti siano autorizzate anche per i centri privati e non solo per quelli pubblici.
Siamo dunque di fronte ad una legge voluta dall’amministrazione Macron e che ha moltiplicato il bisogno diffuso, lo ha amplificato, ennesima riprova di come leggi specifiche per minoranze che sono molto pubblicizzate, di fatto, vengono considerate come una priorità e dunque un “bene” del quale tutti possono usufruirne.
Il piano ministeriale menziona anche il monitoraggio dei rischi. «Alcuni rischi nelle PMA – si legge -richiedono la definizione di strumenti di valutazione con indicatori appropriati che permettano di effettuare e ripetere le valutazioni nel tempo. Rischi che riguardano le donatrici di ovociti, le donne che ricorrono alla PMA e i bambini concepiti con questo mezzo sono ben identificati nella letteratura scientifica».
L’iniziativa, infine, prevede anche di «mettere in opera degli strumenti per facilitare la gestione degli allarmi sanitari, sviluppando una mappa interattiva del mondo per localizzare i paesi a rischio e gli agenti patogeni interessati». Praticamente una vera e propria industrializzazione della creazione umana.