28/02/2020

In Puglia si torna a parlare del ddl omofobia, accade a Bisceglie

 “Presso la Sala Consiliare del Comune di Bisceglie si sono riunite in seduta comune le rappresentanze delle Commissioni Pari Opportunità del Comune di Bisceglie e Molfetta alla presenza delle rispettive Assessore alle Pari Opportunità Angela Panunzio (Molfetta) e Roberta Rigante (Bisceglie) per confrontarsi e trovare delle sinergie comuni su una serie di iniziative.

Si è discusso di legge regionale contro l’omobitrabsfobia e si è convenuto sulla necessità di promuovere un’iniziativa comune delle due CPO a sostegno del disegno di legge regionale. Oggi le due commissioni hanno iniziato un percorso di collaborazione per ampliare gli spazi di inclusione delle nostre due città”.

Questa è la comunicazione ufficiale riportata sulla pagina Facebook di Arcigay Bari. Una nostra fonte del panorama politico pugliese ci comunica che l’inserimento nell’ordine del giorno è un atto dovuto, canonico, ma che non è certo che se ne discuta fino a fine legislatura.

Tuttavia non abbassiamo la guardia, in quanto questo ddl che sembrava destinato a finire nel dimenticatoio, in Puglia, in realtà ha subito un’improvvisa accelerata, grazie anche alle varie associazioni arcobaleno presenti sul territorio pugliese ma, soprattutto a causa del pressing continuo e insistente del tavolo tecnico LGBTQ saldamente impiantato nel Comune di Bari e da quale, peraltro, partono innumerevoli iniziative che poi si diramano praticamente in tutta la Puglia.

Tale disegno di legge, nel 2018, è stato votato positivamente e in poco tempo in tutte le Commissioni, e ora come ora avrebbe bisogno di un solo passaggio per arrivare in Consiglio ed essere approvato.

Due anni fa, davanti alla Regione Puglia, Pro Vita & Famiglia organizzò una manifestazione per denunciarne la pericolosità dovuta all’impianto liberticida e ancora non abbassiamo la guardia perché la democrazia, quella vera, intesa come manifestazione della libertà inviolabile di poter affermare la verità, va non solo difesa, oggi, ma letteralmente presidiata.

 

di Manuela Antonacci

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