In teoria non è clonazione, ma la tecnica è molto simile.
Si prende il nucleo da una cellula uovo e si impianta in un’altra cellula uovo precedentemente svuotata.
E’ vero che ora la legge inglese consente di farlo con cellule uovo. Quindi – per ora – non si duplica l’individuo. Ma quando la tecnica sarà affinata (sulla pelle di quei poveri bambini col DNA di tre genitori che non si sa bene come verranno), poi sarà facile dire: “quante malattie possiamo curare con i cloni (= riserve di cellule e organi)! Non dobbiamo “sperimentare”, lo sappiamo fare!....Chi si oppone è oscurantista, contro il progresso, ecc. ecc. ecc. “. Conosciamo bene come vanno queste cose. Non possiamo far finta che tutti quelli che le promuovono e le praticano siano in buona fede.
Per ora la scusa ufficiale per rendere lecita questa sperimentazione è stata la “necessità” di sostituzione del mitocondrio “malato” della madre cui appartiene la cellula uovo di partenza.
E di fatto, come dicevamo, il bambino che ne verrà fuori porterà i geni di tre persone: la titolare del nucleo, il titolare dello spermatozoo, e la donna cui appartiene il mitocondrio: anche lì infatti è presente una piccola quantità di DNA.
Ne abbiamo già parlato più volte e avevamo riportato i commenti allarmati di diversi esperti. Ora che la legge che permette questa pratica è stata approvata dalla House of Commons britannica, anche Assuntina Morresi su l’Avvenire ribadisce la preoccupazione manifestata dalla comunità scientifica.
“Il problema è in primis di sicurezza. A tutt’oggi non esistono evidenze scientifiche che escludano malformazioni su bambini nati da queste procedure: anzi, al contrario, sono interventi altamente invasivi, che alterano in radice la procreazione umana e dei quali sono sostanzialmente ignote le conseguenze.
Esperimenti analoghi fatti in cliniche statunitensi fra la fine degli anni ’90 del Novecento e l’inizio di questo secolo furono bloccati dalla Fda, l’autorità americana di farmacovigilanza, viste le malformazioni in feti abortiti spontaneamente e volontariamente.
Pochi mesi fa Evan Snyder, a capo della commissione della Fda che esaminò il problema, ha dichiarato la propria contrarietà a procedere negli esseri umani perché i dati in vitro e sugli animali sono scarsi e non sufficienti a garantire un grado accettabile di sicurezza sanitaria.
Solleva molte perplessità anche Han Brunner, intervistato da Repubblica, quotidiano che non si può certo accusare di bigottismo o antiprogressismo...
Continua la Morresi: “È bene sottolineare che si tratta di una imponente manipolazione genetica applicata alla fecondazione assistita, e che la procedura si può considerare più o meno riuscita a seconda della “qualità del prodotto”, cioè del grado di salute dei bambini che ne nasceranno.
Un esperimento agghiacciante, che ha ben poco di scientifico e molto dell’apprendista stregone, con l’unico, vero obiettivo di spingere le frontiere della sperimentazione sugli esseri umani sempre più oltre”.
Redazione