Un nuovo documento pubblicato dal comitato etico della American Society for Reproductive Medicine (ASRM) mette in guardia le cliniche per la fertilità dall’incesto in provetta.
Infatti, una delle conseguenze della legalizzazione della fecondazione artificiale è che sempre più spesso si ricorre alla donazione di gameti fra parenti: “accordi riproduttivi intrafamiliari“, li chiamano. Incesto in provetta, appunto.
I nostri lettori sanno bene che normalmente si parla di “donatori di sperma” o di “ovodonazione” quando in realtà le persone interessate vendono a prezzi neanche tanto modici il loro materiale biologico. Invece tra parenti un regalo si fa...
Non solo, c’è la convenienza di assemblare un bambino che ha un po’ di cromosomi di famiglia: magari, così, somiglierà un pochino a coloro che l’hanno ordinato alla fabbrica.
Non è da sottovalutare l’ipotesi che una donna incinta del padre, del fratello, dello zio... o anche dell’amico di famiglia possa guardare al marito con occhi diversi! O addirittura uscire di testa!
L’ASRM si preoccupa anche della salute fisica degli individui concepiti con gameti appartenenti a soggetti con patrimonio genetico simile, e – incredibile dictu – si preoccupa anche di come reagirà poi la psiche dei bambini risultanti “figli del nonno”, “nipoti della mamma”, “fratelli del papà” e altre aberrazioni analoghe.
Non sono da trascurare neanche le complicazioni legali, poiché i parenti donatori non potranno essere tenuti completamente fuori dalla vita del bambino concepito con i loro gameti (come si fa con i venditori anonimi che danno i gameti alle banche del seme): essi pretenderanno di ingerirsi nell’educazione del bambino e potranno insorgere conflitti con i genitori legali.
Insomma, un sacco di preoccupazioni e di complicazioni. Visti anche i casi che in concreto si sono verificati.
Un sacco di problemi creati dalla pratica della fecondazione artificiale. Una pratica disumana, falsamente pietistica, tanti problemi non ci sarebbero, se fosse vietata del tutto.
Redazione
Fonte: BioEdge
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