Questo pomeriggio, il giudice Robert Peel ha stabilito che il supporto vitale di Indi Gregory dovrà essere rimosso presso il Queen's Medical Center di Nottingham dove è ricoverato, o in un hospice e non a casa, contrariamente alla volontà dei suoi genitori. Il giudice Peel ha affermato che il supporto vitale sarà rimosso a partire dalle ore 14:00 di domani, 9 novembre.
La famiglia, sostenuta dal Christian Legal Centre, presenterà ricorso. Prima della sentenza, inoltre, i vertici del Servizio Sanitario Nazionale hanno minacciato di rimuovere il supporto vitale già oggi, senza la presenza dei familiari. La sentenza è stata emessa nonostante il Governo italiano abbia concesso la cittadinanza a Indi e abbia emesso misure di emergenza, tramite il Console italiano a Manchester, che ne autorizzano il trasferimento all'Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma per cure specialistiche. Ieri, 7 novembre, il giudice Peel ha tenuto un'udienza online urgente per risolvere la controversia su dove sarebbe stato rimosso il supporto vitale. Il piano di assistenza del NHS Trust stabilisce che “i genitori dovrebbero essere supportati nel decidere dove sarebbe meglio fornire l’assistenza”, ma ciò non è stato preso in considerazione. Nel frattempo il curatore italiano della minore sta tentando di negoziare una soluzione con i medici del QMC che consenta di risolvere l'intricata situazione senza ricorrere al conflitto di giurisdizione. Lo fanno sapere i legali della famiglia Gregory. La notizia arriva da Jacopo Coghe, portavoce di Pro Vita & Famiglia onlus, e dall'avvocato Simone Pillon, che stanno seguendo gli sviluppi del lato italiano della vicenda in contatto con i legali inglesi e la famiglia.
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