L’India è il primo Stato ad essersi affidato alla pratica della pianificazione delle nascite anche tramite sterilizzazione della donna.
I dati non sono certi, poiché non possono esserlo in un contesto in cui il controllo della popolazione non segue criteri propriamente austroungarici ma possiamo ritenere che i seguenti numeri rappresentino abbastanza bene la situazione, per la loro ufficialità.
Nel solo biennio 2013-14 -anno che deve ancora concludersi- secondo il Governo sono state poste in essere più di 4 milioni di operazioni, con esiti disastrosi se pensiamo che, contando solamente i dati ufficiali ed accertati, in tre anni (2009-2012) sono stati erogati 568 risarcimenti per altrettanti decessi dovuti alla sterilizzazione.
Dalle indagini emerge che, troppo spesso, per risparmiare denaro i livelli minimi di igiene non vengono garantiti, i medicinali non sempre sono di ottima qualità e il loro dosaggio non è sempre adeguato. La corruzione è molto diffusa e pesa sulla salute delle donne.
Due anni fa, nello Stato orientale di Bihar, tre uomini hanno eseguito l’operazione di sterilizzazione su 53 donne in due ore senza anestesia, notizia che per fortuna ha destato un clamore tale da spingere le autorità competenti a intervenire arrestando i colpevoli.
Però quanti altri casi analoghi, magari periferici, sono avvenuti dal 1950 ad oggi? Quante donne sono morte, quante hanno subito danni irreparabili?
Ad ognuna di esse, ai giorni d’oggi, viene consegnata la cifra di 1.400 rupie (18€) come incentivo per la sterilizzazione.
E veniamo all’ultimo caso che risale a questa settimana: nello Stato di Chhattisgarh sabato scorso sono stati praticati 80 interventi chirurgici; delle donne sottoposte agli interventi ben 64 sono state ricoverate per gravi problemi di salute e 11 sono morte.
Le autorità garantiscono un’immediata apertura delle indagini su quanto accaduto ma sappiamo cosa avverrà: ai familiari delle donne morte verranno conferiti ben 2.600€ per compensare la perdita mentre tutte quelle donne che avranno a vita problemi di salute otterranno 650€ di risarcimento.
Marika Poletti
Fonte: The Guardian