28/07/2014

Irlanda sotto osservazione delle Nazioni Unite: non rispetterebbe il diritto all’aborto

L’Irlanda  è sotto osservazione da parte del Comitato dei diritti umani delle Nazioni Unite per la sua legge restrittiva in materia di aborto che, in sostanza, prevede l’equiparazione della vita del nascituro a quella della madre con la sola eccezione, dal 2013, di un gravissimo pericolo per la salute della donna .

Così il 26 luglio a Ginevra si sono tenute una serie di udienze a cui hanno preso parte molte organizzazioni direttamente od indirettamente coinvolte per esporre la propria posizione in merito: si voleva di fatto comprendere se la legge sull’ aborto irlandese violasse o meno gli accordi internazionali.

Tra le varie ong intervenute ve ne erano molte del fronte marcatamente abortista, come la filiale irlandese di Planned Parenthood (la Irish Family Planning Association) che null’altro potevano sostenere se non l’incompatibilità con il diritto internazionale della regolamentazione dell’interruzione di gravidanza in quello Stato.

Le loro argomentazioni sono tra le più classiche: “Rifiutare un aborto ad una donna significa sottoporla ad una punizione crudele e degradante” (Cornelis Flinterman, dei Paesi Bassi) o l’evergreen “significa discriminare in base alla posizione sociale ed economica perché le donne più abbienti potranno andare all’estero per praticare l’ aborto “ (Nigel Rodley del Regno Unito).

Sono intervenute anche alcune voci prolife, tra cui Austin Ruse, presidente dell’associazione Famiglia Cattolica con sede a New York, che ha sottolineato come non esista in nessun trattato internazionale un  “diritto” all’aborto e che, quindi, non lo si può certamente imporre.

Anche se un funzionario della delegazione irlandese, Mary Jackson, ha dichiarato che il dettato costituzionale del suo Stato in materia di aborto era perfettamente in linea con la convenzione delle Nazioni Unite, la restante parte del gruppo non ha presentato una grande resistenza a fronte delle critiche mostrate.

Il dibattito è aperto anche sulla stampa nazionale irlandese ed il Ministro di Giustizia, Frances Firzgerald, ha paventato l’idea di ricorrere ad un referendum popolare per risolvere la questione.

Redazione

 

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