Lo stupore, la meraviglia e l'incanto hanno posto nella bioetica? Scrivendo sulla rivista Ethics & Behaviour, la bioeticista australiana Margaret Somerville ha parlato della bioetica della meraviglia, "The Wonder Equation": «Le esperienze di stupore, meraviglia e soggezione, combinate con un sano scetticismo, cioè senza cinismo o nichilismo, possono riempire di profonda gratitudine e di speranza, il che a sua volta può spingere ad impegnarsi più fortemente ad agire in modo etico».
La Somerville, su temi come l'eutanasia, l'aborto, le tecnologie riproduttive e il matrimonio tra persone dello stesso sesso è stata spesso etichettata come "conservatrice". Ma la professoressa sostiene che "conservatore" non vuol dire proteggere posizioni morali superate e superflue, ma piuttosto far tesoro sia di ciò che la società umana ha appreso e della saggezza accumulata nel corso dei millenni, sia di ciò che l'individuo ha maturato nel corso della sua vita e della sua storia personale.
Scrive la Somerville: «Propongo che in relazione alla formulazione dei nostri valori, dovremmo essere aperti a sperimentare "stupore, meraviglia e incanto" in quante più situazioni e il più spesso possibile. A titolo di esempio, se percepiamo un bambino nel grembo, fin dai suoi primi momenti di vita, come un nuovo essere umano unico e lo consideriamo con stupore, meraviglia e incanto, è probabile che lo vedremo come coinvolgente un mistero che dobbiamo rispettare. Il che esclude l'aborto e l'infanticidio».
Già Aristotele diceva che è attraverso la meraviglia che gli uomini iniziano a filosofare.
Fonte: https://www.bioedge.org/bioethics/do-amazement-wonder-and-awe-have-a-place-in-bioethics/13669