La giunta comunale di Trieste, nei giorni scorsi ha deliberato l’uscita del Comune dalla “Rete Re.A.Dy contro le discriminazioni per orientamento sessuale e identità di genere”: è una Buona Notizia?
E’ una Buona Notizia perché finalmente possiamo segnalare degli amministratori che tengono fede al programma che hanno presentato ai cittadini che li hanno eletti: L’assessore Tonel dice su Il Piccolo: «L’adesione a quella rete non era coerente con le linee di governo approvate un anno fa alle elezioni. Coerentemente, la Giunta di Roberto Dipiazza a maggio aveva negato il patrocinio al gaypride e ha tolto la targa “Sala matrimoni” al locale dove sono costretti da una sentenza del TAR a celebrare le unioni civili omosessuali.
E’ una Buona Notizia perché gli enti come la Rete Re.A.Dy servono solo alla propaganda ideologica e a operare ingiuste discriminazioni a favore di una minoranza. La minoranza LGBTQIA(...), infatti, predica l’uguaglianza, ma poi rivendica trattamenti speciali, rivendica che i desideri e i capricci di alcuni assurgano a diritti a scapito di altri, rivendica che le ostentate perversioni sessuali siano per legge condivise e approvate da tutti e portate – anzi – ad esempio per le nuove generazioni.
“L’obiettivo di RE.A.DY è quello di mettere in sinergia l’azione delle Pubbliche Amministrazioni per promuovere sul piano locale politiche che sappiano rispondere ai bisogni delle persone lgbt, contribuendo a migliorarne la qualità della vita e creando un clima sociale di rispetto e di confronto libero da pregiudizi… Promuove presso le Pubbliche Amministrazioni un’attenzione permanente all’emersione dei bisogni della popolazione lgbt e opera affinché questi siano presi in considerazione anche nella pianificazione strategica degli Enti; diffonde i propri obiettivi e le esperienze realizzate nel territorio nazionale attraverso idonee campagne di comunicazione sociale; promuove nuove adesioni alla Rete e la realizzazione di azioni positive.” Non lo diciamo noi, lo dice Wikipink, l’enciclopedia LGBT sviluppata da cultura gay.it. Vorremmo proprio che qualcuno provi a sostenere che questo intento non è fare propaganda ideologica.
A domani, con un’altra Buona Notizia!
Redazione
Fonte: Il Piccolo
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