La Buona Notizia di oggi pone l’attenzione su una nota marca di abbigliamento, che ha sede in Oregon ma che ha chiari influssi svedesi: Hanna Andersson. Come mai? Semplicemente perché la nuova campagna pubblicitaria ha come soggetto la famiglia: ma non la famiglia perfetta e poco credibile alla “Mulino Bianco”, e neanche la famiglia omogenitoriale che famiglia non è, e neppure la famiglia con i genitori vittime della tirannia dei figli. No, la famiglia ritratta da Hanna Andersson è una famiglia numerosa... e felice!
Avere tanti figli è impegnativo e il compito dei genitori di famiglie numerose è probabilmente molto più impegnativo ora di qualche anno fa, quando si aveva una comunità educante e tutte le persone nei paesi conoscevano i bambini e li tenevano d’occhio.
Eppure questo non significa che avere tanti figli sia impossibile e che equivalga a una condanna all’infelicità e alla stanchezza cronica. Anzi, spesso più figli si hanno e più si riesce a gestirli perché – per forza di cose – ogni bambino e ragazzo è maggiormente portato all’autonomia e alla responsabilità.
Ecco quindi che fa molto piacere vedere – come sottolinea Aleteia – che Hanna Andersson ha scelto di dare spazio a famiglie sorridenti e serene seppure con tre, quattro bambini (... o forse proprio per questo?).
Questa scelta pubblicitaria fuori dal comune avrà di certo ricadute sulla mentalità della popolazione: «La ricerca ci dice – scrive infatti Aleteia – che in media gli americani vedono tra i 4.000 e i 10.000 annunci pubblicitari al giorno. Queste immagini e queste parole hanno un effetto sul modo in cui funziona la società e in cui vediamo il mondo, e ci dicono di cosa possiamo avere bisogno, stimolano i nostri desideri e spesso rappresentano una vita che forse speriamo di raggiungere un giorno. Riflettono i valori di una cultura, nel bene e nel male, e a volte offrono un barometro del clima politico e sociale della nostra Nazione».
Insomma, se c’è chi si diletta nel parlare male della famiglia (presentandola come un luogo pericolo per i bambini), c’è anche chi fa pubblicità favorevole all’unione coniugale e alla generazione... speriamo solo che la seconda riesca ad avere più influenza della prima.
Teresa Moro
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