I Lettori ci perdoneranno il sarcasmo che fa da sfondo a questa nostra Buona Notizia, ma... a Natale – udite, udite – vince il gender gap! «Natale, ancora regali gender gap, bambole per le femmine, dinosauri per i maschi», titola infatti tristemente l’Ansa.
Per noi, invece, questa che dovrebbe essere una notizia che fa arrabbiare i paladini della tolleranza per tutti (... ovviamente, tranne per chi non la pensa come loro!) appare invece come una buona notizia, e ci infonde speranza: il buon senso è ancora vivo!
Leggiamo ancora sull’Ansa: «Nell’individuazione del regalo per i più piccoli – secondo quanto emerge da una ricerca di Toluna, società di digital market research, che ha intervistato mille persone – il 49% dichiara di essere influenzato dal genere (maschio o femmina), e il 43% dichiara che potrebbe prendere in considerazione di regalare un gioco ‘da femmina’ a un maschio solo in relazione al tipo di gioco».
Insomma, nella scelta dei giochi il sesso di appartenenza conta eccome (e per fortuna!). E questo non tanto perché sia necessario a tutti i costi che le bambine giochino con le bambole e i trucchi e i maschi con i dinosauri o le macchinine – non è certo questa una discriminante fondamentale nello stigmatizzare il carattere sessuato di un bambino – bensì perché è l’ennesima conferma che l’evidenza biologica, il fatto che siamo o XX o XY, non si può né negare, né influenzare.
La natura ci parla: le bambine sono più attirate da giochi volti alla cura, con tonalità legate al rosa e che richiamano a un ruolo materno; di contro, i bambini amano gli oggetti in movimento, che richiamano all’avventura e che hanno una componente fisica. Guarda caso, esattamente giochi che aiutano i bambini (in forma simbolica) a sviluppare ed esercitare quelle caratteristiche che poi li contraddistingueranno da adulti, nel loro essere uomini o donne, padri o madri.
A lunedì, con un’altra Buona Notizia!
Redazione
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