La Buona Notizia di oggi è che altri due bambini nati prematuri sono in vita grazie all’impegno di medici che hanno fatto di tutto per salvarli.
Un articolo di LifeNews ci racconta la storia di Leanne Whitaker e dei due gemellini che ha portato in grembo. A sole 23 settimane di gravidanza, infatti, per Leanne cominciò prematuramente il travaglio.
Un momento, quello, senza dubbio difficile ma che i medici seppero gestire bene, cercando di ritardare il parto mediante l’utilizzo di punti chirurgici per mantenere ancora un po’ i piccoli all’interno dell’utero ed avere maggiori garanzie della loro sopravvivenza.
Quando a 26 settimane le si ruppero le acque, Leanne diede alla luce i suoi bambini: Keira che pesava una libra e sei grami, soffriva di immaturità polmonare ed apnea da sonno e Kacy, che pesava una libra e nove grammi, aveva un’insufficienza renale ed enterocolite necrotizzante, il che significava che parte del suo intestino doveva essere tagliata.
Dopo un lungo periodo trascorso nel reparto di terapia intensiva neonatale, fortunatamente ora i piccoli hanno compiuto un anno e le loro condizioni di salute migliorano di giorno in giorno grazie al fatto che i medici hanno avuto cura delle loro piccole vite, in un caso in cui molti altri non gli avrebbero dato alcuna speranza.
Di casi del genere se ne sentono ormai sempre di più ed è una gioia poter dare queste notizie che mettono in crisi la concezione secondo cui la vita umana abbia inizio dalla nascita e non dal concepimento.
Uno dei motivi per la legalizzazione dell’aborto fino a 24 settimane di gravidanza era la vulgata secondo cui nessun bambino nato prima delle 24 settimane poteva restare in vita. Invece non è vero e l’abbiamo scritto anche noi: i piccoli nati prematuri al giorno d’oggi sopravvivono sempre più facilmente e senza conseguenze gravi.
Ed abbiamo anche avuto l’onore di presentare ai nostri Lettori la neonata più piccola del mondo, di sole ventuno settimane e mezzo, insieme a tanti altri casi di bambini che oggi sono in vita perché qualcuno ha scommesso su di loro nonostante le difficoltà.
Speriamo di poterne raccontare ancora tante altre di storie come queste e che ciò serva come prova del fatto che nel grembo materno ci sono bambini vivi e veri, meritevoli di rispetto, amore e cure.
Luca Scalise
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