Un decreto firmato dal ministro della Salute, Orazio Schillaci, datato 7 agosto e pubblicato ora in Gazzetta ufficiale, dal 22 settembre revoca il decreto Speranza del 2020 che liberalizzava i prodotti a base di cannabidiolo, un olio estratto dalla canapa indiana.
Da settembre chi li desidera potrà acquistarli solo in farmacia e non più nei negozi di "cannabis light" (che sappiamo bene non essere affatto light, leggera). Per ottenerli ci vorrà una ricetta medica non ripetibile.
I negozi potranno continuare a vendere i fiori di cannabis da fumare con cannabidiolo, ma non tetraidrocannabinolo (THC).
Le Sezioni Unite della Cassazione hanno sancito che la cannabis è uno stupefacente a prescindere dalla quantità di THC. Speriamo che presto ci si renda conto che anche il cannabidiolo può far male. Intanto, contentiamoci di questa restrizione: non solo ne va della salute di tanti ragazzini, che comunque se vogliono il fumo (e molto altro) lo trovano sempre. Quello che è importante è il valore pedagogico della legge: ciò è illegale, nella mentalità collettiva viene comunque percepito come "male".
E speriamo che si arrivi presto a sancire che non esistono droghe "leggere".
Fonte: Ilsecoloxix.it
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