Nei decenni passati, la stragrande maggioranza di coloro che sostenevano di soffrire di disforia di genere, erano uomini adulti feticisti, dediti al travestitismo.
Attualmente, la disforia di genere è usata per definire un disagio con il proprio corpo sessuato sia di maschi che di femmine e le pratiche sessuali maschili di femminilizzazione e castrazione - siano esse chirurgiche, chimiche o metaforiche - sono state ampliate per includere donne e bambini: effetti collaterali...
Ma il transessualismo femminile è molto diverso da quello maschile: ai maschi serve sembrare donne, avere corpi femminili, per eccitarsi ad essere trattati da donne, spesso in senso masochistico e degradante.
Pertanto, ciò che si intende per "inclusività" è in realtà l'integrazione forzata di donne e bambini nelle inclinazioni feticistiche maschili al fine di normalizzarle.
Proprio come gli Skoptsy e gli Hijra, serve che i ragazzini siano indottrinati fin da piccoli perché desiderino la mutilazione. Le antiche sette usavano anche la forza bruta. Oggi, il moderno movimento transgender prende di mira instancabilmente i giovanissimi attraverso i libri per bambini, i social media, i programmi televisivi, le celebrità e gli influencer: ai giovani viene detto che il masochismo e la dissociazione non sono solo da celebrare, ma un'espressione di identità.
Come era necessario che gli Skoptsy alienassero i bambini dalle loro famiglie per raggiungere il loro obiettivo, allo stesso modo, gli ideologi di genere sostengono che i genitori abusano dei loro figli quando cercano di proteggerli dal male.
Uomini, donne e bambini sono stati e vengono mutilati per normalizzare le pratiche - religiose, culturali o sessuali - degli uomini adulti.