I media statali cinesi hanno riferito nei giorni scorsi di un nuovo "piano quinquennale" per aumentare massicciamente la fecondazione in vitro (IVF) ed evitare il collasso demografico del paese.
Il governo cinese ha ammesso ufficialmente che i tassi di natalità sono scesi sotto l'uno per cento, toccando il minimo storico degli ultimi 43 anni. Alcuni analisti ritengono che la Cina potrebbe essere entrata in un periodo di declino demografico netto, visti i dati che dimostrano il suo collasso demografico. Gli ultimi numeri ufficiali del governo, riportati dal Global Times, hanno rilevato un tasso di natalità di 8,52 per mille nel 2020 e la pandemia di coronavirus ha drammaticamente accelerato una tendenza alla diminuzione della popolazione iniziata decenni orsono. Un articolo pubblicato nel maggio di quest'anno nella rivista scientifica Population Research, affiliata al China Population and Development Research Center, aveva già rilevato che il declino mensile del tasso di natalità è sceso in picchiata nel 2020 rispetto allo stesso periodo del 2015, con novembre e dicembre in calo di oltre il 45%.
Nel frattempo le statistiche del Ministero degli Affari Civili mostrano che ci sono stati 5,88 milioni di matrimoni registrati durante i primi tre trimestri di quest'anno, con un calo del 17,5% rispetto allo scorso anno. Ci sono state inoltre 966.000 coppie registrate per il divorzio nella prima metà di quest'anno, un calo del 50 per cento rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso. I funzionari cinesi sembrano aver sottovalutato la tremenda inerzia del declino della popolazione prodotto dalla nefasta ‘One Child Policy’, un limite rigido di un bambino per famiglia imposto decenni fa per combattere la sovrappopolazione.
Il limite del figlio unico è stato allentato a due bambini nel 2015 e allentato di nuovo a tre bambini nell'agosto 2021, ma si è verificato per ora un miglioramento molto limitato nei tassi di natalità. Il 20 novembre, il Global Times riferiva che Pechino sta "seguendo l'attuazione della politica dei tre figli" e, allo stesso tempo, aumentando notevolmente il numero di cliniche che offrono la FIVET: “Sfidando la situazione attuale, all'inizio di quest'anno, l'NHC ha emesso dei principi guida per l'applicazione della tecnologia riproduttiva umana assistita, richiedendo a province e città di creare un istituto ogni 2-3 milioni di persone.
Secondo le norme, la provincia di Anhui prevede di stabilire altre 10 istituzioni di riproduzione assistita, così come mentre la provincia di Shaanxi che prevede di aggiungerne 10 e la provincia dello Shanxi, nel nord della Cina, prevede di crearne altre 4.
Secondo l'Ufficio Nazionale di Statistica, inoltre, la percentuale di donne dai 35 anni in su che non sono in età fertile ottimale sta aumentando di anno in anno e, dal 2007 al 2020, i tassi di infertilità in Cina sono aumentati dal 12% al 18%, e più coppie con difficoltà di fertilità stanno scegliendo di avere figli attraverso la tecnologia riproduttiva assistita.
La CNN ha ipotizzato che il Partito Comunista Cinese (PCC) è stato riluttante ad espandere i servizi di FIVET fino ad ora perché temeva che le donne in carriera non sposate e benestanti avrebbero usato la tecnologia per avere figli fuori dal matrimonio. Alcune autorità cinesi temono che il nuovo piano quinquennale che promuove la tecnologia IVF possa peggiorare il problema della popolazione perché le donne potrebbero usare il congelamento degli ovuli e le procedure di fecondazione in vitro per avere figli ancora più tardi nella vita, senza urgenza di sposarsi ed iniziare ad avere figli in giovane età.
Urge, dunque, la necessità di una seria riflessione sul passato e sulla necessità di breve e medio periodo di promuovere una cultura della vita e della famiglia che per troppi decenni è stata mortificata (in ogni senso), ma ovviamente con metodi diversi che lo svilimento della dignità e della sacralità della vita umana per mezzo della Fivet.