La deriva etica e morale della fecondazione medicalmente assistita sta andando oltre l’immaginabile, con situazione sempre più choccanti. L’ultimo caso, spacciato per progresso, è stato la nascita del primo bambino nato da Pma “post mortem”.
Si tratta di un parto avvenuto in Portogallo, a seguito della donazione del seme da parte del padre prima del 2019, quando quest’ultimo morì per cancro a 29 anni. Il seme era infatti stato crioconservato dopo l’autorizzazione dell’uomo a procedere, appunto, alla fecondazione assistita.
La legge portoghese sulla procreazione assistita risale al 2006 e in un primo momento proibiva la fecondazione con materiale genetico di un donatore defunto. Il paradosso però era che il divieto si potesse applicare solo ai donatori di famiglia e non agli anonimi, che in quanto tali potrebbero essere già deceduti. Dopo una battaglia legale e una raccolta firme si era arrivati, a marzo del 2021, ad una modifica sostanziale della legge, che ha dunque ora permesso questo tipo di “fecondazione post mortem”.
Fonte: Repubblica