In un incontro di giovedì scorso davanti al Congresso, la detransitioner Chloe Cole ha detto alla madre di una ragazza di 18 anni, la quale si identifica come trans, che spera «che nessuno subisca ciò che hanno fatto a me».
Cole ha precisato che «ogni genitore merita la massima attenzione nell’essere guidato su come aiutare un figlio con difficoltà», soprattutto su temi quali la disforia, ma ha anche sottolineato ciò che è capitato a lei e ai suoi genitori, mettendo in guardia le molte famiglie presenti. «Non desidero che sua figlia - ha detto rivolgendosi alla donna - ottenga lo stesso risultato che ho avuto io. Non auguro a nessuno di rimpiangere la transizione o la detransizione perché è incredibilmente difficile». Durante l’incontro, infatti, Cole ha parlato del danno che le è stato causato dall'essere stata sottoposta a bloccanti della pubertà, poi successivamente al testosterone a 13 anni e a una doppia mastectomia a 15, per poi arrivare addirittura già alla de-transizione all’età di 16 anni. Ha affermato che i medici dissero ai suoi genitori «che avrebbero potuto avere una figlia morta o un figlio transgender vivo», dunque la solita enorme bugia che spinge così - con pressioni psicologiche enormi - i genitori a far intraprendere la strada della transizione ai propri figli.
«Nella mia vita - ha raccontato - non ho mai avuto tendenze suicide se non proprio dopo aver iniziato la transizione, dopo l’intervento chirurgico. Adesso sto meglio, ma i miei genitori hanno quasi avuto la figlia morta promessa loro dai dottori, ma per il motivo opposto. I medici aveva creato proprio l'incubo che dicevano di voler evitare».
Il messaggi di Cole ad adolescenti e famiglie è stato poi il seguente: «non avevo bisogno che mi mentissero. Avevo solo bisogno di essere amata e di iniziare un percorso per aiutarmi a risolvere i miei problemi, non confermare la mia illusione che trasformandomi in un ragazzo si sarebbero risolti tutti i miei problemi».
Fonte: The Post Millennial