Mentre il Foglio ci comunica che il Canada modifica l’inno nazionale per renderlo gender free, LifeSiteNews ci informa che una chiesa protestante della diocesi di Washington, DC, la chiesa episcopale, ha approvato una risoluzione che dispone la cancellazione dai libri delle preghiere dei pronomi maschili riferiti a Dio nei futuri aggiornamenti del suo libro di preghiera comune.
La risoluzione è stata approvata rapidamente dai delegati alla 123ª convention della diocesi. E c’è una delegata della convention, Linda R. Calkins, che vuole andar oltre, perché Dio, secondo lei, è decisamente femmina. Anche in Svezia c’è stata tempo fa una “vescova” che ha avuto una pensata del genere: o meglio sul genere di Dio, che deve essere per forza neutro. E prima ancora ci aveva pensato anche una “pretessa” inglese. Tutta gente che si definisce cristiana, anche se ignora la parola di Gesù che ha inequivocabilmente pregato Dio come Padre, papà, Abbà. E ci sembra davvero folle dover star a parlare del genere di Dio che è puro spirito. Anzi nella Genesi si comprende bene che Dio è padre e madre, perché è pienezza d’amore (infatti l’uomo e la donna, insieme sono immagine di Dio).
Ma torniamo sulla Terra, in Canada.
L’inno nazionale del Canada a un certo punto dice “in all thy sons command” , dove “thy sons” significa “tuoi figli“: orrore sessista. E le figlie? E i figl*? E allora la frase diventa “in all of us command” dove “us” è un generico “noi“.
Antonio Gurrado scrive, però, che siamo malevoli a voler pensare che il Senato del Canada voglia davvero favorire l’eguaglianza di genere in tale contesto (che sarebbe una follia), ma in realtà vuole ripristinare una versione dell’inno ottocentesca (con “noi”) precedente a quella del 1913 che parla di figli: «la nuova versione politicamente corretta del testo in realtà non fa che ripristinare una versione risalente a un’epoca non particolarmente attenta alla parità fra i sessi. Del resto, se proprio si volesse che l’inno rappresentasse tutti tuttissimi i cittadini del Canada, si potrebbe regredire ancora e ripristinare direttamente la primissima versione del testo: era in francese».
Redazione
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