Il 21 gennaio 1793, in Francia, Luigi XVI veniva decapitato. In seguito, a livello figurativo, questo episodio è stato adottato quale emblema della morte del padre nel mondo occidentale: l’autorità veniva sacrificata in nome del “diritto del popolo”, ogni gerarchia e regola perdeva di legittimazione e la via verso il motto sessantottino “Prohibido prohibir” cominciava a essere tracciata.
Gli esiti di questa assenza di regole, unita al venir meno di ogni riferimento alla legge naturale (e, in correlazione, alla legge divina), sono oggi evidenti. E oggi, nel 2018, in Francia viene assestato un altro duro colpo alla figura paterna. Il quotidiano La Verità ha titolato La Francia ha cancellato i papà per legge, nel dare l’annuncio del fatto che il Comitato d’etica nazionale ha approvato la fecondazione eterologa per donne lesbiche o single.
Questo significa, come rilevato nella dichiarazione dei vescovi francesi pubblicata nei giorni scorsi, dal titolo Rispettiamo la dignità della procreazione!, che «ci si allontana dal principio del riferimento biologico e sociale a un padre».
Si accetta, deliberatamente, che dei bambini nascano già orfani di padre, permettendo che subiscano le conseguenze a livello psicologico e sociale di questa situazione e ignorando totalmente il valore di far parte di una genealogia, di avere delle radici. Precisa ancora la chiesa di Francia: «La repressione legale del padre incoraggerebbe, a livello sociale, la riduzione o addirittura l’oscuramento delle responsabilità paterne. E una tale deriva non porrà solo un problema antropologico, bensì anche psicologico e sociale».
Insomma, nel contesto che si è detto e che è ulteriormente segnato dalla debolezza della figura maschile e dal dilagare del femminile a ogni livello della società, la Francia non fa che ratificare la situazione, incentivandola.
Ma, attenzione, non finisce tutto qui. Infatti in Francia si prospetta, a breve, anche la morte della madre: Macron vorrebbe infatti aprire all’utero in affitto per gli uomini gay.
Viene quindi da chiedersi: e la fine dei figli, trattati alla stregua di oggetti privi di diritti, quando arriverà? Purtroppo è già realtà, non servirà fare nulla.
La deriva antropologia è in pieno atto e il rischio concreto che si va a correre è quello della perdita dell’umano.
Giulia Tanel