Alla faccia dell’accoglienza e dell’inclusività, alla faccia dei diritti per tutti, il braccio armato della psico-polizia omosessualista, quella che qualcuno ironicamente ha chiamato Gaystapo, ha espressamente minacciato di morte il Consigliere provinciale e regionale della lista Civica Trentina Claudio Cia.
Su La voce del Trentino potete vedere gli screenshot della pagina Facebook del Presidente dell’Arcigay locale, Paolo Zanella, in cui sono stati postati i commenti minatori.
Qui, invece, le espressioni di solidarietà dei Consiglieri di minoranza, compatti, che finora hanno mirabilmente operato, e con successo, insieme al collega Cia, per bloccare l’iter di approvazione del disegno di legge provinciale contro l’omofobia: doveva essere la prova generale dell’approvazione dell’omologo che su scala nazionale è stato presentato dall’on. Scalfarotto.
Della battaglia in difesa dei valori non negoziabili e in specie della famiglia condotta dall’on. Cia, abbiamo puntualmente riportato le vicende. Da ultimo la sua rinuncia all’indennità di consigliere per i giorni in cui si sprecheranno tempo ed energie per discutere in Consiglio la legge sull’omofobia.
Oggi ha gentilmente parlato al telefono con noi, si è mostrato tranquillo e sereno. Ha detto di non aver paura, nonostante le telefonate minatorie ricevute sul cellulare nelle stesse ore in cui il messaggio era stato postato sul web (Zanella ci ha impiegato 16 ore a rimuoverlo...).
E’ piuttosto amareggiato per l’impossibilità di un dialogo sereno e un confronto civile con certi interlocutori, a differenza di tanti colleghi e amici omosessuali con cui ha sempre mantenuto rapporti cordiali, pur nella diversità di opinioni.
Del resto, visitando il sito dell’Onorevole, www.claudiocia.it, seguendo con attenzione tutta la sua attività politica e sociale, non si scorge ombra di omofobia. O meglio: non c’è ombra d’odio per persone LGBT: anzi Cia ha ribadito che tutti hanno diritto a vivere la propria affettività.
Ma sappiamo bene che oggi per “omofobia” s’intende tutto e il contrario di tutto: anche l’affermare la verità sulla natura. E Cia, col buon senso dei più, ritiene che non possa essere ammissibile che la famiglia – dove crescono le nuove generazioni – possa essere espropriata dell’unico termine che le rimane a contraddistinguerla, il matrimonio. Nè può accettare che il desiderio di un figlio si trasformi nel diritto a un figlio (a discapito dei bambini): del resto in moltissimi contesti sociali chiunque – pur desiderando legittimamente un figlio – può fare delle scelte sociali (di lavoro, di religione o altro) che concretamente gli impediscono di averne.
Ma tanto – ci ha detto Cia un po’ scoraggiato – cercare di impostare un dialogo franco con certa gente è proprio impossibile.
Quindi, coraggio, Claudio Cia: tutti gli amici di ProVita sono con te.
Chi è Claudio Cia (dal suo sito): Nato a Rovereto il 30 aprile 1962, vissuto a Borgo Valsugana, ora abito a Vigolo Vattaro. Sono padre di due bambine, diplomato infermiere a Milano nel 1991. Sono stato direttore in una struttura privata per anziani, ho svolto attività professionale di infermiere di anestesia e strumentista in sala operatoria, di assistenza diretta alla persona maturando una grande esperienza nella cura dell’anziano. Sono stato docente nell’ambito della formazione nel settore assistenziale – sanitario e prevenzione. Dal 2009 al 2014 sono stato Consigliere comunale per la città di Trento nella lista “Civica per Trento”, evolutasi dopo l’esperienza delle elezioni provinciali in “Civica Trentina”; membro delle Commissioni consiliari per la cultura, giovani, turismo, solidarietà internazionale per le pari opportunità, politiche sociali e abitative. Dal 15 dicembre 2014 sono Consigliere provinciale e regionale con “Civica Trentina”.Redazione
DIFENDIAMO I BAMBINI E LA FAMIGLIA DALLA LEGGE CIRINNA’