11/12/2021

La gnosi che pervade l'ideologia e la blasfemia Lgbt

L’ultima provocazione natalizia è quella della Vergine Maria in versione trans, comparsa sul numero di dicembre del mensile queer berlinese Siegessäule.
 
Sullo sfondo blu si staglia il volto barbuto dell’attivista LGBT Riccardo Simonetti con manto azzurro e un bambolotto di gomma tra le mani. In alto brilla una luce di metallo che vorrebbe simulare una cometa. In una seconda foto compare anche un san Giuseppe dalla carnagione scura avvolto in una veste rosa, cosicché il quadro della Sacra Famiglia gay friendly è completo.
«Se ignoriamo il fatto che Gesù non era bianco, potremmo credere che la Vergine Maria avesse la barba. Perché no?» - ha postato l'influencer su Instagram.
Ancora più dirette le dichiarazioni rilasciate al magazine tedesco, volendo motivare la sua scelta di farsi ritrarre in quel modo. «Non si tratta per me di schernire le persone a causa della loro fede,
ma di ricordare loro che nelle storie bibliche ci sono così tanti punti di domanda. Se Maria era vergine e ha avuto un figlio senza rapporti sessuali, allora possiamo immaginarla altrettanto bene come una persona non conforme dal punto di vista del gender. Chiunque può rivedersi in lei! Nessuno di noi ha il diritto di avere il monopolio su una determinata immagine di Dio!» — ha affermato, ammettendo di aver utilizzato l'immagine sacra per lanciare il suo messaggio.
Ed è proprio qui il punto in cui si mostra l’ideologicità, che non sta nelle teorie gender solamente, ma nel postare un’aspirazione messianica alternativa.
È, se vogliamo, un ancestrale retaggio che ricorda l’antica gnosi, per quanto di questa sopravvive nell’identica pretesa di soppiantare il cristianesimo, togliendo la grazia e sostituendola col mito della conoscenza che illumina, che libera, che salva. Preciso che la mentalità gnostica tende a ridisegnare il cristianesimo mediante tecniche demitizzanti che importano il rifiuto del dogma, la maledizione dei comportamenti normali, lo spontaneismo, la derisione della religiosità popolare, il sincretismo. Così facendo, lo baca dall’interno svuotandolo di ogni storicità. Fa, quindi, il contrario di quanto opera Gesù nel primo miracolo raccontato da Giovanni, quello di Cana, quando trasforma l’acqua in vino; e cioè sostituisce al vino della fede l’acqua della gnosi. Cosicché, come scrive J. Ratzinger, «tale opinione disincarna la fede e la riduce a pura idea», laddove per quella «è invece esigenza costitutiva proprio il realismo dell'accadimento». Infatti, «un Dio che non può intervenire nella storia e mostrarsi in essa non è il Dio della Bibbia».
Quello che prevale in questa rappresentazione LGBT è quindi un docetismo di fondo, per cui i racconti evangelici diventano storicamente inconsistenti. E quelli che il Nuovo Testamento presenta come fatti sfumano in simboli, miti, valori, allegorie, da omologare alla propria circonvenzione.
Scompare Maria, la giovane di Nazaret in Galilea, promessa sposa di Giuseppe, con il suo segreto nel cuore, molto più grande dei suoi 14 o forse 15 anni, e si volatilizza il suo sì generoso. «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola» — scrive Luca nel suo Vangelo (1,38). Scompare il bambino, ridotto ad un pupazzo di plastica. Scompare la verità perché egli è messo al centro (nell’immagine più grande includente anche Giuseppe) di una grande finzione, che non è solo quella della pantomima cui si sono prestati i due “posatori”, ma anche quella di una genitorialità senza relazioni naturali, nonché di una grande confusione fra diritto e capriccio, fra amore e rivendicazione.
Né v’è traccia del modo evangelico in cui Dio si inserisce nella storia umana, imprimendole una svolta di redenzione e rinnovamento, interpellando le persone, ma senza azzerarne l’umanità, come
quando l’angelo Gabriele fu mandato da Dio nella povera casa di una giovane figlia d’Israele.
«Rallegrati, piena di grazia: il Signore è con te» - le disse.
 
Clemente Sparaco
 
Nella foto: Antonello da Messina, La Vergine Annunciata (part.), 1475, Palazzo Abatellis, Palermo
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