29/01/2022

La Grammatica del mondo nuovo comincia con Aurora: intervista a Filippo Poletti

Nel libro Grammatica del nuovo mondo il giornalista professionista e influencer di LinkedIn Filippo Poletti individua 50 parole chiave dei nostri giorni: «Ci siamo addormentati all’inizio del 2020 che il mondo andava in una determinata direzione e ci siamo svegliati in un mondo fatto di distanziamento fisico e di paura – racconta a Pro Vita & Famiglia –. È la rivoluzione del covid, radicale come la prima, la seconda, la terza e la quarta rivoluzione industriale: una rivoluzione universale che ha cambiato la nostra vita e il nostro approccio al lavoro. Una tragica emergenza sanitaria con milioni di malati e tantissimi morti e, allo stesso tempo, un cambiamento di direzione». 

È questa la lettura originale presente nel volume pubblicato da Lupetti scritto da Poletti, uno dei 15 top voice di LinkedIn in Italia, il social media dedicato alle professioni. Una lettura fatta da cronista qual è con più di 25 anni di esperienza, recuperando alcune piccole e grandi storie emblematiche dei nostri tempi, ordinate alfabeticamente a partire da alcuni vocaboli particolarmente significativi: si va dalla A di “Aurora” alla G di “grazie”, dalla I di “italiani” alla S di “smart working”, fino alla U di “umanità”».

 
  • Filippo Poletti, come mai un esperto di comunicazione, uno studioso del mondo del lavoro, si occupa oggi di storie piccole e semplici come quella di Aurora?

 

«Perché credo e spero che alla fine della pandemia, oltre al dolore per i malati e le vittime, resteranno le storie di rinascita: una delle più belle è quella di Aurora Maria Perottino, nata a Moncenisio in Piemonte nelle settimane seguite allo scoppio del coronavirus. Quando ancora il sole non si era alzato dal letto e le strade erano imbiancate dall’inverno, il 24 marzo 2020 nacque questa bambina. Mamma Jonida e papà Enrico erano al settimo cielo. Al loro fianco c’era la felicità del secondo Comune più piccolo d’Italia, il primo Comune più piccolo del Piemonte: fino al 23 marzo, infatti, Moncenisio contava 39 abitanti, con Aurora festeggiò i 40. In questa nascita c’è una lezione per tutti: anche nei momenti di difficoltà è possibile ripartire. Ciò non significa ignorare il dramma del coronavirus con la sofferenza che ha seminato in Italia e nel resto del mondo. Significa, tuttavia, indossare un nuovo paio di occhi, quelli di Aurora appunto, per guardare al domani con fiducia. Quando tutto è buio, da qualche parte risplende la luce».

 
  • Tra le storie c’è anche quella di Noemi. Chi è?

 

«È una bambina di Viterbo. Come racconto nella Grammatica del nuovo mondo, fu lei a chiamare il 113 il 19 marzo 2020: “Buonasera, sono Noemi, una bambina e vi vorrei ringraziare con una lettera. Posso leggerla?”, chiese la bimba. La piccola eseguì un inno di gratitudine composto da 86 parole: “Cari poliziotti, vi volevo dire che il vostro è un bellissimo e rischioso lavoro e vi state dando molto da fare, soprattutto con questa emergenza del coronavirus. Continuate a essere meravigliosi. Un grande grazie ai medici, che anche loro stanno facendo un faticoso lavoro per cercare di salvare tante persone malate. Un grazie a tutti voi da Noemi. Vi voglio bene”. Nelle parole di Noemi c’è un grande insegnamento. La gratitudine non è solo una questione di cortesia e di buona educazione: è riconoscere, soprattutto oggi, che l’unione fa la forza». 

 
  • La nascita di Aurora è una gioia come la nascita di ogni bambino. Soprattutto oggi, con l’inverno demografico che stiamo vivendo. Non le pare che siamo sottovalutando il problema?

 

«Direi proprio di sì. L’ha detto molto bene Papa Francesco domenica 26 dicembre 2021, festa della famiglia di Nazareth, in occasione dell’Angelus: “Sembra che tanti abbiano perso l’aspirazione di andare avanti con figli e tante coppie preferiscono rimanere senza o con un figlio soltanto. Pensate a questo, è una tragedia. Facciamo tutti il possibile per riprendere una coscienza, per vincere questo inverno demografico che va contro le nostre famiglie contro la nostra patria, anche contro il nostro futuro”. Il decimo incontro mondiale delle famiglie, che si terrà dal 22 al 26 giugno 2022, sarà un’occasione importante per riflettere su questo tema prioritario. Ne parlò anche il presidente del Consiglio Draghi nelle dichiarazioni programmatiche pronunciate al Senato, lo scorso 17 febbraio: allora il premier sottolineò la necessità di “invertire il declino demografico”. Il crollo delle nascite è diventato in Europa, purtroppo, una tendenza strutturale che riguarda tutte le età e tutti i livelli di reddito: siamo di fronte a una vera e propria recessione demografica che secondo gli analisti accentuerà la recessione economica in corso e i problemi relativi alla sostenibilità dello stato sociale. Il vecchio continente ha bisogno di più culle e di più professionisti che si prendano cura degli anziani. Come ha scritto bene Massimo Calvi su Avvenire, “la soluzione non è più individualismo, ma migliore capacità di interpretare la solidarietà tra le generazioni e tra i popoli”. Aggiungo, da due volte papà, un altro aspetto: la genitorialità è un percorso straordinario di crescita personale e familiare alla quale è un vero peccato rinunciare».

 
  • I dati ufficiali dicono che l’aborto ha eliminato 6 milioni di bambini negli ultimi 40 anni, ma non tengono conto dei cripto aborti che avvengono con le pillole post coitali e delle vittime che sono effetto collaterale della fecondazione artificiale. Secondo i calcoli documentatissimi del dottor Angelo Francesco Filardo, il ginecologo esperto in cura della infertilità che ha scritto per noi sul numero di giugno scorso di questa Rivista, sommando le vittime degli aborti volontari legali (anno 2019), che sono 73.207, quelle della ​pillola del/i giorno/i dopo (anno 2019), che sono 83.318​, quelle della ​pillola estroprogestinica (anno 2019; indice distruzione embrionaria = 3,6) che sono 63.244​, quelle della spirale (anno 2019, tasso di concepimento 17%), che sono 1.057.111​ ​e della ​fecondazione in vitro (anno 2018), che sono 171.730, più la stima ministeriale degli ​aborti clandestini (Istat – appendice alla relazione al parlamento sulla legge 194/1978 del 22 dicembre 2017) che sono 13.000, ​il ​totale (non sono inclusi gli aborti legati alla​ ​minipillola e ai progestinici depot) di bambini morti in un solo anno è di 1.461.610. I nostri Lettori capiranno bene che quando si dice che la legge 194 ha fatto circa sei milioni di vittime in più di 40 anni, il dato “sei milioni” è decisamente risibile. . Cosa ne pensa?

 

«Rispondo citando una proposta concreta: in Parlamento esiste un disegno di legge sul riconoscimento della capacità giuridica di ogni essere umano dal concepimento, presentato lo scorso novembre dalla senatrice Paola Binetti. Riprende la proposta popolare di riforma dell’articolo 1 del Codice Civile risalente al 1995. Come ha sottolineato a Pro Vita & Famiglia la presidente del Movimento per la Vita Marina Casini, si tratta di riconoscere che ogni individuo, anche chi ha appena iniziato a esistere, è uno di noi. Il concepimento è il “big bang” della nostra esistenza. Ricordiamolo a trent’anni dalla ratifica della Convenzione sui diritti dell’infanzia, datata al 1991. E facciamolo per rimettere al centro del dibattito pubblico il valore inestimabile della vita».

 

 

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