Il mercato e i consumatori non amano l’indottrinamento arcobaleno, soprattutto quando è solo una scusa per far apparire un marchio «al passo coi tempi» e «gay friendly». E’ quanto successo a “Target”, come riporta il quotidiano La Verità in un articolo a firma del giornalista Giuliano Guzzo. La società di vendita al dettaglio con sede a Minneapolis, nel Minnesota, negli Stati Uniti, ha lanciato in occasione del mese dell’orgoglio Lgbt, ovvero giugno, la linea arcobaleno di abbigliamento per bambini.
Una scelta che ha ricevuto critiche pesanti dal mondo conservatore con tanto di inviti al boicottaggio. Ebbene, il risultato è stato che la società ha bruciato 10 miliardi di dollari di capitalizzazione in una decina di giorni. Una crack che ha spinto la stessa azienda a fare dietro front e a rimuovere alcuni articoli dai negozi e spostato i prodotti Pride nel retro di diversi store.
Per quanto riguarda, invece, i dettagli su quali capi di abbigliamento hanno creato più scandalo, tra questi figurano alcuni con loghi con richiami all’occulto e al satanico, come quello di una testa di caprone rosa con una scritta eloquente: «Satana rispetta i pronomi».
Una prova eloquente, questa, di come certe istanze gender ed Lgbtqia+ siano sempre più lontane dalla società, dai cittadini, dai bisogni e dai gusti di quest’ultimi.
Fonte: La Verità