Dire “No” all’aborto senza compromessi e senza eccezioni non solo è possibile, ma anche doveroso, in quanto si tratta dell’unica posizione integralmente buona da assumere e perseguire.
E se a farlo è addirittura un governo democraticamente eletto dell’Europa del XXI secolo, la gioia per noi è somma.
Stiamo parlando della Polonia, dove il partito di maggioranza, Diritto e Giustizia, che governa il Paese dall’anno scorso, ha annunciato di voler abrogare totalmente la legge sull’aborto attualmente vigente. Dopo decenni di oppressione comunista, Varsavia vuole tornare alle sue radici cristiane, mai tagliate, e la destra ha già dato prova di voler sfidare i “poteri forti” internazionali (vedi ad esempio qui).
Ricordiamo che in Polonia l’aborto è consentito solo in tre casi limitati: pericolo di vita per la madre, gravissima malformazione del feto e stupro. Ed è curioso osservare come in quegli Stati dove si vuole introdurre una legislazione abortista si inizi sempre dal consentire l’omicidio del nascituro da queste fattispecie. E – come abbiamo visto per il Cile – chiaramente e giustamente i movimenti pro-life e la Chiesa si oppongono radicalmente a qualsiasi piccola falla nella diga.
Ebbene, perché mai allora non dovrebbe essere possibile e auspicabile proporre di “tornare indietro” e di cancellare una legge intrinsecamente ingiusta e dannosa?
Il portavoce dell’esecutivo ha spiegato la decisione governativa: «Dobbiamo e vogliamo restaurare il primato dei valori cristiani di difesa della vita e distanziarci dal comodo mainstream dell’Europa secolarizzata. È la promessa fatta agli elettori, il ritorno alle tradizioni».
Anche la Conferenza episcopale polacca, in un comunicato letto in tutte le chiese domenica 3 aprile, chiede alle autorità politiche di difendere la vita sin dal concepimento, senza se e senza ma, perché quello alla vita è il diritto basilare: se manca, tutti gli altri vengono meno.
Inutile dire che l’Unione Europea, la Commissione per i diritti dei minori delle Nazioni Unite e tutti i benpensanti del politically correct si sono detti preoccupati per quanto sta accadendo in Polonia (già alcuni mesi fa si era chiesto al Paese di “aprirsi” alle “magnifiche sorti e progressive”).
Il movimento cittadino “Porre fine all’aborto”, però, sta raccogliendo firme per proporre l’abrogazione della legge.
Non sappiamo come andrà a finire e se effettivamente, come speriamo, la legge omicida sarà cancellata. Però il solo fatto che se ne parli è positivo e infonde forza, coraggio e determinazione anche a chi in Italia, ormai da anni, va dicendo, come vox clamantis in deserto, che la legge 194 va abrogata. Tra questi, come sapete, c’è ProVita.
Redazione