La Russia ha bloccato tutte le adozioni di bambini di nazionalità russa da parte di genitori svedesi. Tale provvedimento rientra nell’ambito di una decisione del tribunale russo che vieta le adozioni internazionali in tutti quei paesi che hanno adottato nelle loro legislazioni il riconoscimento delle unioni tra persone dello stesso sesso e altre leggi favorevoli alle coppie omosessuali. In tale ottica, l’ex Repubblica Sovietica sta, dunque, cercando di firmare accordi bilaterali con i singoli paesi per assicurarsi che i suoi bambini non vengono adottati da genitori LGBT.
Giovedì 3 ottobre 2013, come riporta la principale emittente televisiva svedese “Sveriges Television” (SVT ), rappresentanti delle autorità russe e funzionari dell’ambasciata svedese si sono, infatti, incontrati per discutere la situazione giuridica riguardante le adozioni di bambini russi. A tale proposito, il ministero degli Esteri svedese ha confermato l’avvio di negoziati informali e ha precisato come il recente incontro sia stato un tentativo di chiarire le conseguenze pratiche della nuova legislazione russa in materia di adozioni .
Il politico russo Vitaly Milonov in un’intervista con SVT, ha dichiarato come per i bambini sarebbe meglio rimanere in orfanotrofi russi piuttosto che essere adottati da coppie omosessuali sottolineando come «i bambini che crescono in quel tipo di ambiente siano distrutti psicologicamente».
Come detto, tale politica fa parte di una più ampia strategia del governo russo, in materia omosessuale, di cui il primo passo è stata la firma il 30 giugno 2013, da parte del presidente russo Vladimir Putin, di un disegno di legge che prevede multe nei confronti di coloro che diffondono informazioni sull’omosessualità ai minori e vieta le manifestazioni pubbliche di propaganda omosessuale.
La decisione del governo russo di vietare le adozioni di bambini russi alle coppie di genitori svedesi ha suscitato le prevedibili e puntuali polemiche da parte della lobby omosessualista già sul piede di guerra nei confronti del paese guidato da Vladimir Putin e promotrice di una violenta campagna internazionale di boicottaggio in vista delle prossime Olimpiadi invernali di Sochi.
Fonte: Corrispondenza Romana