La Spagna ha iniziato il suo semestre di presidenza dell'UE con la promozione del principio di autoidentificazione di genere e dell’ideologia gender. Anche altri 15 paesi in Europa hanno promesso di promuovere politiche pro-transgender.
Come riportato da Evangelical Focus, mercoledì i 16 stati hanno firmato una dichiarazione a Madrid, dove si sono incontrati per "Promuovere i diritti LGBTQI+ in Europa". L'evento aveva lo scopo di "sviluppare la strategia della Commissione europea per l'uguaglianza LGBTQI+ 2020-2025”.
Il documento chiede in primo luogo il riconoscimento dell'autodeterminazione di genere per le persone transgender. In breve, le persone dovrebbero essere in grado di cambiare il loro genere legale, senza dover prima rispettare determinati requisiti. Inoltre, la dichiarazione chiede il divieto delle cosiddette terapie di conversione.
Si tratta, dunque, di un vero e proprio attacco “Lgbt” all’Europa, promosso soprattutto dalla maggioranza al governo spagnolo e in particolare dalla ministra dell’Uguaglianza Irene Montero, tristemente nota alle cronache per essere stata la principale sostenitrice di una delle leggi più folli d’Europa su aborto e transessualità, e per delle dichiarazioni folli riguardanti la sessualità dei bambini. Nel documento in questione, sostenuto anche dalla Commissione europea, hanno aderito Belgio, Cipro, Danimarca, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Irlanda, Lituania, Malta, Lussemburgo, Paesi Bassi, Portogallo, Slovenia e Svezia.
Il protocollo – secondo la ministra Montero – servirebbe a «garantire il diritto all’autodeterminazione di genere di tutte le persone transessuali, senza criteri patologizzanti, e a proibire la riassegnazione chirurgica dei genitali dei bambini intersessuali e a promuovere la depenalizzazione della realtà Lgtbiq in tutto il contesto internazionale (...) anche attraverso una procedura basata sul principio di autodeterminazione».
Fonte: Christian Network Europe