Una situazione paradossale è quella che rischia di verificarsi ai danni di Laura Massaro che, dopo aver denunciato il suo ex marito per stalking, ora rischia di vedersi sottrarre il suo bambino perché accusata di alienazione parentale, proprio dal padre di suo figlio. L’uomo sarebbe arrivato al punto di chiedere, in più occasioni, l'affido esclusivo del bambino o, in alternativa, addirittura l'affido a una comunità per minori, pur di sottrarlo alla madre. Una richiesta che - secondo quanto sostiene la donna - avrebbe come unica motivazione quella della vendetta nei suoi confronti. Ma, l’11 ottobre scorso, il Tribunale per i minorenni di Roma ha disposto l’allontanamento del figlio dalla madre, concedendo l’affido al padre, nonostante le denunce della donna. Inoltre è stato predisposto uno spazio neutro per gli incontri con la madre e l’intervento dei servizi sociali, laddove la convivenza del piccolo col padre dovesse risultare difficoltosa. Un incubo che la Massaro aveva previsto e che ora vede realizzarsi sotto i suoi occhi, con questa nuova disposizione. Una storia dolorosa cominciata quando il suo ex, nel 2015 aveva presentato un ricorso per la decadenza della potestà genitoriale della donna, accusata di “alienazione parentale” dal marito.
Da quel momento il bambino era stato affidato ai Servizi sociali, che hanno valutato la situazione tra marito e moglie “ad alta conflittualità”. Un giudizio che, secondo la Massaro peccherebbe di superficialità perché, come sottolinea ella stessa, non avrebbe tenuto conto della violenza pregressa nei suoi confronti, da parte del marito che l’avrebbe portata alla denuncia per stalking.
«Mio figlio è spaventato e mi chiede di fare il possibile affinché questo provvedimento non venga eseguito. Lui vuole stare a casa sua. Spero ci sia speranza e spero che questa mobilitazione sia solo l'inizio di un cambiamento. Oggi la situazione dei tribunali nei confronti delle donne e dei loro bambini non è più accettabile», ha detto la donna durante una conferenza stampa tenutasi alla Camera il 14 ottobre, alla presenza di rappresentanti politici e associazioni. E, come sottolinea in un video in cui lancia un appello accorato al ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede: «Avevo già richiesto un intervento degli ispettori del ministero ed è stata presentata un’interpellanza parlamentare indirizzata al ministro. Il mio appello è che il ministro possa intervenire su questa vicenda giudiziaria che ha diversi lati oscuri, e scongiurare il prelevamento di mio figlio che da sempre chiede di rimanere con me».
di Manuela Antonacci