Un’interessante intervista rilasciata su Libero da Alessandra Gracis, avvocato transessuale che all’anagrafe è ancora Alessandro e che ha cambiato sesso nel 2012, ci mostra un altro modo di vivere la transessualità, lontano dai dogmi LGBT.
Gracis, infatti, nel parlare del disagio psicologico di chi vive un non allineamento tra il proprio sesso biologico e la propria identità psichica maschile e femminile, lo distingue bene dall’arbitrarietà della fluidità di genere. “La persona che soffre di disforia di genere – ha affermato - non si sente mezzo uomo e mezza donna, ma si sente del sesso opposto a quello biologico. Non esiste, perciò, un terzo genere. Da giurista so che tutta la legge positiva è fondata sul binarismo, cioè sull’appartenenza al sesso maschile e femminile: non c’è un sesso neutro”.
Parole cristalline che non lasciano spazio a dubbi, nemmeno quando gli viene chiesto di esprimere il suo parere sul ddl Zan: “Il testo era scritto in maniera inaccettabile: inseriva sanzioni penali in assenza di chiarezza e in modo troppo semplicistico. Si presentava come un mostro giuridico, un guazzabuglio di ideologie”.
Posizioni che, come lamenta lei stessa, le hanno attirato l’odio delle associazioni LGBT proprio per il suo tentativo efficace di dare voce, in modo non ideologico e non conformista, alle persone con disforia di genere. Non è tutto. nell’intervista, infatti, si schiera apertamente contro l’utero in affitto, definendolo “una bestialità”, una “devianza” e anche sui matrimoni omosessuali non le manda a dire: “Sono ortodossa: la Costituzione prevede il matrimonio tra uomo e donna, per le coppie gay ci sono le unioni civili”. Insomma, una posizione davvero fuori dal coro, supportata da un’onestà intellettuale che la porta anche a riconoscere che i gay pride sono manifestazioni puramente folkloristiche spesso a danno di chi vi partecipa.
Infine, il suo pensiero sul presunto allarme omotransfobia presente in Italia: “Io non ho avuto una percezione negativa della mia sessualità da parte della gente comune. C’è invece, un pregiudizio della politica di destra e di sinistra. Ed è il colmo che sia il senatore Carlo Giovanardi l’unico a darmi un po’ di ascolto”.