Il dottor Az Hakeem, autore del libro Detrans: quando la transizione non è una soluzione, ha lavorato per 12 anni al Tavistock and Portman Foundation Trust, un fondo specializzato nella salute mentale situato nel nord di Londra.
Qui, ha potuto constatare che quanto affermato dagli attivisti trans, ovvero che chi sceglie di compiere un percorso di detransizione a seguito dell’operazione e della terapia ormonale corrisponda a un misero 1%, è inventato. Nonostante non si possa sapere con certezza il numero esatto poiché, come spiegato dal dottore, le operazioni per il cambio di sesso sono gli unici interventi medico-chirurgici per i quali non si procede con la raccolta di dati nel lungo termine, comunque egli afferma che il 26% dei suoi pazienti al Tavistock and Portman si sono pentiti della transizione.
Ha dichiarato che questi cosiddetti detransitioner sono costretti ad essere «adulti senza genitali di cui i servizi medici statali non si vogliono occupare, abbandonati anche dalla comunità trans».
Quando affronta il tema della transessualità, dice: «Avete messo insieme persone che hanno banali feticci – uomini che si eccitano indossando abiti femminili - e uomini che desiderano avere una vagina e un seno». Ha poi aggiunto, toccando il delicato tema dei minori, che è completamente normale per un bambino avere dei dubbi sul suo genere, ma se un tempo si cercava di approfondire il discorso insieme, chiedendogli perché avesse questi pensieri, adesso spesso gli adulti sostengono questi dubbi e riconoscono la sessualità fluida e il cambio di genere come una scelta valida. Questa però non è una terapia: prendere i bambini, portarli alle cliniche per il cambio di sesso e castrarli. «La giusta terapia è chiedere ai bambini come sono arrivati a questa conclusione, non rispondergli ‘Sì, è vero, sei trans’» ha affermato.
«Oggi c’è questo mito secondo il quale si nasce nel corpo sbagliato», spiega, ma tutto questo, unito ai discorsi sull’esistenza di più di due generi, non ha assolutamente senso: «non è basato su evidenze scientifiche, eppure ci credono davvero: è come un culto. Non sono psicopatici o persone con cattive intenzioni, sono stati convinti a credere a tutto questo. Se non sei con loro sei contro di loro», ha concluso il dottor Hakeem.