L’attivista olandese per il clima Greta Thunberg è intervenuta ieri alle Nazioni Unite, nel corso del Vertice sul clima. La sedicenne ha attaccato politici e classe dirigente attuale, colpevoli di non aver fatto nulla per le future generazioni, che rischiano così di avere il “futuro rubato” per la crisi ambientale e climatica in atto.
«Avete rubato i miei sogni e la mia infanzia» ha affermato Greta. «C’è gente che soffre, c’è gente che sta morendo. Interi ecosistemi stanno collassando. Siamo all’inizio di un’estinzione di massa. E voi» ha proseguito l’attivista «non siete capaci di parlare d’altro che di soldi e di favoleggiare un’eterna crescita economica».
Un allarme, quello lanciato da Greta, che non è certo una novità degli ultimi mesi, ma risuona ormai da anni – se non da decenni – anche grazie alle prese di posizione di Papa Francesco sulla cura del Creato.
Il Creato, appunto, ovvero ciò che – per chi crede – è stato donato all’uomo, o che comunque – per chi non crede – Madre Natura ha messo a disposizione dell’umanità con la sua casa comune. Ed è qui, dunque, che dovrebbe partire una riflessione ecologista quasi francescana, ma comunque non confessionale, che dovrebbe (il condizionale è sempre d’obbligo) portare ad un’attenzione particolare tanto per il Pianeta, quanto per chi questo mondo lo abita. Ambiente, paesaggi, mari, montagne, animali, essere viventi… e quindi soprattutto uomini, donne, bambini.
È quindi corretto indignarsi per l’ambiente che sta morendo? Certo. È sacrosanto. E come dice la stessa Greta: «C’è gente che sta morendo». Un’ampia riflessione sul futuro del mondo e dell’umanità, dunque, dovrebbe toccare tutti gli aspetti che inficiano il “domani” del Pianeta e delle prossime generazioni. Una riflessione che va a toccare – e dovrebbe far indignare allo stesso modo – tutte quelle pratiche di morte che, così come la crisi climatica, stanno facendo sempre di più sprofondare la Terra in un futuro breve e incerto: aborto, eutanasia, suicidi, cultura dello scarto per chi “non serve”.
Serviamo tutti invece. Serve il verde, serve l’ambiente pulito. Serve l’umanità che lo possa popolare.
di Salvatore Tropea