Pro Vita & Famiglia è stata la prima a denunciare che la denuncia di presunte pressioni da parte di volontari pro life su alcune donne intenzionate ad abortire negli ospedali di Aosta era una clamorosa bufala montata ad arte. Ora arriva la conferma dalla Ausl di Aosta, che al termine di un’indagine interna ha appurato che non si è mai verificato “nessun comportamento anomalo che possa avvalorare presunte pressioni". Questo deplorevole episodio di mistificazione conferma l’esistenza di un’ampia e articolata campagna di menzogne e mistificazioni contro i volontari delle associazioni per la vita, descritti come persone che entrerebbero all’interno di ospedali o consultori per fare pressione psicologica sulle donne intenzionate ad abortire: non esiste nemmeno la remota possibilità materiale che qualcosa del genere potrebbe mai accadere all’interno di questi presidi. Le associazioni del movimento pro vita operano solo in accordo con presidi socio-sanitari del territorio ed intervengono proponendo sostegni psicologici ed economici solo se e quando lo richieda espressamente una donna che non vorrebbe abortire ma non vede alternative.
Così, Pro Vita & Famiglia onlus, in una nota, in merito ai risultati di un’indagine interna dell’Ausl di Aosta che hanno smentito quanto denunciato ad aprile 2024 dal Centro Donne contro la Violenza di Aosta, che aveva riferito di aver ricevuto segnalazioni da parte di non più di quattro donne che, giunte in presidi sanitari pubblici del territorio regionale per accedere all'interruzione volontaria di gravidanza, sarebbero state sottoposte a pressioni da parte di volontari pro life, consistenti nell'imporre l'ascolto del battito cardiaco fetale o nella promessa di sostegni economici o beni di consumo, con il preciso intento di dissuaderle dalla scelta di abortire.