La Carriera Alias approda anche nello sport italiano e lo fa quasi prepotentemente attraverso uno dei canali più ufficiali.
L’ Associazione Italiana Cultura e Sport, infatti, ha ormai da anni un Dipartimento LGBTI e una Commissione di parità, due entità che lavorano per inserire politiche arcobaleno all’interno della struttura, tra le prime nella promozione sportiva del Paese. Con un milione di soci, è riconosciuta anche dal Ministero dell’Interno, dal Coni ed è convenzionata anche con il Ministero di Giustizia.
Oggi verrebbe da dire missione, ahinoi, compiuta, visto che, da poco, l’associazione ha annunciato dal suo sito il via al tesseramento Alias. Un passo, si legge sul sito dell’AiCS, voluto fortemente dal presidente Bruno Molea. La nota del presidente recita: «Da oggi chi vive l’incongruenza di genere avrà in AiCS un luogo sicuro nel quale esprimersi come meglio crede. È una scelta che rivoluziona non solo materialmente il nostro programma di tesseramento e gestione dei soci, ma che ci aiuta nel percorso di promozione dello sport e della cultura davvero per tutte e tutti, senza proclami a metà. Sappiamo bene che esiste un problema grave di esclusione per queste persone, fonte di grande difficoltà nelle relazioni interpersonali: il contrario di quello che lo sport e la socialità si prefiggono di ottenere. Da qui la volontà di cambiare. Il percorso è appena iniziato, ma punta a una reale parità tra le persone e una profonda inclusione, rispondendo alla chiamata delle nuove linee guida del CIO in materia, che raccomandano dal 2021 di garantire a tutte le persone l’accesso alla pratica sportiva».
Ma come funzionerà? Chi sceglierà l’opzione Alias, vedrà aprirsi una casella aggiuntiva per un nuovo nome di elezione. La sua tessera digitale, a questo punto, si modificherà automaticamente e mostrerà il nome di elezione e le diciture adeguate al nuovo nome. Una possibilità che potrà interessare anche allenatori e allenatrici, quindi chi dispone di tesserini tecnici, e chi ha i tesserini sportivi, i soci che praticano solamente sport, e chi ha l’App AiCS 2.0, primo strumento di utilizzo per la tessera digitale.
Ma non finisce qui. Sono già stati avviati corsi di formazione per i dirigenti territoriali di AiCS che maneggiano il gestionale di tesseramento. Prossimo appuntamento, che l’associazione definisce «una svolta importante, sia sul piano tecnico che sul piano sociale e culturale», si terrà il prossimo 13 gennaio. Tra i relatori: Valeria Gherardini, responsabile Politiche internazionali AiCS; Ester di Napoli, Presidente Commissione Pari Opportunità AICS; Rosario Coco, del settore AICS LGBTI e Coordinatore Outsport; Gabriel Corbelli, responsabile Area Sociale Settore LGBTI e Referente Alias; Andrea Giuliano, del settore LGBTI, Outsport Network.
Una decisione grave e pericolosa per il settore sportivo, che rischia di mettere in difficoltà e in una posizione di instabilità educativa – ma anche sociale e fisica - moltissimi giovani e ragazzi che sono tesserati con l’associazione e che potrebbero subire emotivamente questa decisione, confrontandosi, magari in delicata età adolescenziale o peggio pre-adolescenziale, con tematiche inadatte e potenzialmente invasive rispetto alla loro capacità decisionale. Inoltre, come succede già – ahinoi – in centinaia di scuole italiane, la Carriera Alias è pericolosa perché rischia di instaurare nella mente di bambini, giovani e adolescenti la falsa credenza che si possa davvero “nascere nel corpo sbagliato” e per questo rischiare di arrivare alla transizione prima sociale e poi chirurgica, con conseguenze psico-fisiche anche irreversibili.
Indigna, inoltre, che l’associazione abbia scelto come foto a corredo del comunicato, per altro, un gruppo sportivo che comprende anche i bambini. Viene da chiedersi se si tratta di una svista o di una consapevole scelta, che quindi andrebbe a confermare come l’associazione stessa voglia entrare a gamba tesa nel mondo dei più piccoli, anche minorenni.