A raccontarlo non ci si crede, a meno che non si vada sulla pagina facebook di UAAR Palermo, dove è ben documentata l’ultima, folle, iniziativa dell’Unione Atei Agnostici Razionalisti, che il 5 giugno scorso hanno messo in scena una sorta di “rito collettivo”, per liberarsi dal cosiddetto “odio omotransfobico”.
E’ proprio il caso di citare testualmente le loro parole: “Oggi la nostra città, convocata da Arcigay Palermo, Palermo pride e Comune di Palermo, ha vissuto un commovente momento di ritualità laica: un esorcismo collettivo contro l'odio omolesbobitransfobico che si è manifestato lo scorso sabato in via Maqueda ma che serpeggia in tutta la società e la (sub)cultura italiana. C'era una ieratica celebrante, la reverenda Massimo Milani, c'era tanto popolo e c'erano simboli/sacramenti: quei fogli con gli insulti che abbiamo strappato dopo aver gridato in coro la nostra rabbia. A dimostrazione che il rito, pur essendo una necessità antropologica, non è indissolubilmente legato al dogma e all'esercizio del potere, ma al contrario può essere incanalato per costruire consapevolezza e condivisione su diritti e giustizia”
Parole deliranti a cui vengono aggiunte accuse altrettanto deliranti, contro ipotetici insulti che l’UAAR individuerebbe nella Bibbia e nel Catechismo della Chiesa Cattolica.
In realtà, si tratta di parole e di espressioni offensive, trascritte su cartelli, retti dai manifestanti, senza citarne affatto la fonte e il motivo è semplice: nessuna di quelle parole si ritrova né nella Bibbia, né nel Catechismo della Chiesa Cattolica.
Insomma il solito sfogo livoroso contro ciò che non si conosce nemmeno e proprio da parte di chi accusa gli altri di ignoranza e cattiveria gratuita.