“La nascita della pillola: come quattro crociati hanno reinventato il sesso e lanciato una rivoluzione” suona così, in italiano, il titolo del saggio di Jonathan Eig che celebra i quattro “inventori ” delle pillole anticoncezionali, “una delle più importanti scoperte scientifiche del ventesimo secolo”.
Questa “storia della pillola” è l’ennesima ricostruzione storica, scritta da un ammiratore dei personaggi trattati, che pone in luce alcuni dati di fatto che molti continuano a voler negare.
Anzitutto spiega come la rivoluzione sessuale sia stata ideata e realizzata da ricchi e potenti a spese delle donne e dei poveri.
La sperimentazione della pillola è stata condotta in gran parte su donne portoricane, e su donne internate in un manicomio. Quando Pincus chiese l’approvazione della FDA, il farmaco era stato testato solo su 130 donne, ma Pincus calcolò il numero di cicli mestruali durante i quali non si era verificato alcun concepimento, quindi presentò il test come condotto su più di 1200 cicli di donne fertili – e la FDA approvò. La ragione per cui – a parte le povere e le malate di mente – poche persone hanno accettato di testare il farmaco è che la maggior parte delle donne abbandonava la sperimentazione per via degli effetti collaterali indesiderati e indesiderabili.
I quattro “eroi” sono, con Pincus, la femminista Margaret Sanger, ideologa del controllo delle nascite per garantire i diritti delle donne... bianche, ricche e sane (e che ha abbandonato i propri tre figli, per la “libertà”); la bella Katharine McCormick, che con i soldi del ricchissimo marito ha finanziato gran parte delle ricerche; e il carismatico John Rock, un medico “cattolico” (ahimé) di Boston, che ha combattuto la Chiesa per diventare uno strenuo difensore della “moralità” degli anticoncezionali. E poi c’era, appunto, lo scienziato visionario Gregory Pincus, che è stato espulso da Harvard nel 1930 per le sue sperimentazioni sulla fecondazione in vitro, ma che, dopo essere stato avvicinato dalla Sanger e dalla McCormick, ha dedicato la vita all’invenzione di un farmaco che potesse inibire l’ovulazione. Va detto che non è riuscito del tutto: ancora oggi la pillola non sempre riesce ad impedire l’ovulazione e quindi provoca un aborto precoce.
I quattro, sostenitori dell’ideologia neo-malthusiana, continuano ad avere seguaci tra gli uomini più ricchi del mondo, che ancora oggi predicano e finanziano contraccezione e aborto, soprattutto tra i poveri, tra le minoranze etniche, per le persone non perfettamente belle, sane ed intelligenti. Costoro non vogliono vedere la realtà, cioè che lo spopolamento crea problemi economici e sociali molto gravi, che la crescita demografica – nella storia dell’umanità – non ha mai posto. Lo spopolamento è un problema molto più serio della sovrappopolazione: basti l’esempio del Giappone, che sta morendo. In America e in Europa, l’invecchiamento della popolazione è un dato di fatto con ricadute sociali ed economiche pesantissime che molti ancora vogliono ignorare.
Ma questi quattro, secondo Eig, sono quattro eroi: il loro contributo è stato fondamentale per realizzare la “liberazione” della donna con la separazione tra l’atto sessuale e la procreazione. Ebbene: se il sesso va praticato per gioco, per piacere, fine a se stesso, se il corpo proprio e altrui va usato come una cosa per trarne godimento, l’essere umano – e per prima la donna – diviene un oggetto. Con la rivoluzione sessuale capitanata da questi quattro “eroi”, è iniziata quella deriva che oggi trova compimento nella fecondazione artificiale e nell’utero in affitto: donne-schiave, bambini-merce.
Francesca Romana Poleggi