Elly Schlein e Maurizio Landini restano in un criptico e incomprensibile silenzio. Solo loro, in pratica. Sì, perché perfino Giuseppe Conte, dopo il feroce alla sede di Pro Vita e Famiglia avvenuto sabato, sia pure a scoppio ritardato ha avuto parole di condanna «contro ogni violenza». Ma a parte questo strano imbarazzo dell’opposizione a commentare un episodio dalle sfumature terroristiche – strano perché non si comprende tanta fatica a smarcarsene -, fortunatamente molte altre voci di condanna, dopo o anche prima quella del premier, Giorgia Meloni, sono arrivate.
Pensiamo al Vicepremier e Ministro dei Trasporti Matteo Salvini, che notando una disparita di indignazione rispetto alla precedente devastazione della sede della Cgil, ha espresso a Pro Vita e Famiglia la solidarietà sua «di tutta la Lega e di tutto il popolo italiano». Vicinanza è stata espressa anche dal Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano, che ha notato come l’assalto alla sede di Pro Vita «nulla c'entrava in quel momento con l'oggetto della manifestazione e la polizia è dovuta intervenire. Tutto ciò che va nella direzione di chiedere maggior tutela e garanzia va bene, però bisogna stare attenti a che non diventi strumento per raggiungere altri obiettivi».
Di «nota stonata» ha invece parlato il ministro per le Riforme Maria Elisabetta Alberti Casellati ad Agorà, commentando sempre gli atti di intimidazione a danno di Pro Vita, mentre il capodelegazione di Fratelli d'Italia-Ecr al Parlamento europeo, Carlo Fidanza, ha vibrato una chiara critica alle «militanti "democratiche" e "contro ogni violenza" che, dietro la maschera della lotta alla violenza sulle donne, nascondono l'odio per chi difende vita e famiglia». Il capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera dei deputati, Tommaso Foti – che è stato anche a rendere solidarietà personalmente all’associazione la cui sede è stata assaltata – ha parlato di «indegni e irrispettosi soprattutto per quelle migliaia di persone che ieri chiedevano solo, al contrario, di fermare la violenza in tutte le sue forme». Molto lunga, poi, la lista dei politici di Fratelli d’Italia che hanno condannato l’accaduto.
Si va infatti dal senatore Lucio Malan («allucinante che ciò avvenga in una manifestazione che si dichiara contro la violenza») alla senatrice Lavinia Mennuni («sconcertata dall’agghiacciante attacco violento avvenuto»); dal co-presidente del gruppo ECR al Parlamento Ue, Nicola Procaccini («resto basito, gesto vigliacco») a Maddalena Morgante, responsabile nazionale del Dipartimento Famiglia e valori non negoziabili del partito («attacco surreale e inaccettabile»); dal segretario di Presidenza alla Camera e deputato di Fratelli d'Italia, Riccardo Zucconi («occorre condannare fermamente questi atti») alla senatrice Elena Leonardi («peggio ancora il silenzio di Schlein e Landini»); dall’onorevole Antonio Baldelli («un assalto proditorio») al senatore Michele Barcaiuolo («un’aggressione violente»); da Marfia Chiara Iannarelli, consigliere e vicepresidente della Commissione Pari opportunità e responsabile del Dipartimento Famiglia e valori non negoziabili di FdI per Roma Capitale («non voglio pensare che questa sia la maschera di certa sinistra dietro l'immagine progressista») alla consigliere Eloisa Fanuli («solidarietà e vicinanza al movimento Pro Vita & Famiglia»), dall’onorevole Fabio Pietrella («episodi vergognosi e inaccettabili») ai colleghi Alessandro Amorese e Grazia Di Maggio («Schein e Landini prendano le distanze»); da Simona Baldassarre, Assessore alle Pari Opportunità della Regione Lazio («Molto grave ciò che è accaduto nella sede di Pro Vita») all’onorevole Francesco Filini («La magistratura ora individui i responsabili»).
Degna di nota, in positivo, anche la nota della senatrice di Raffaella Paita, coordinatrice nazionale di Italia Viva: «Condanniamo in modo inequivocabile le aggressioni alla sede di Pro Vita & Famiglia». Parole, queste ultime, che colpiscono forse più delle altre, arrivando da una esponente di centrosinistra. Rischiano però di essere, onestamente, troppo poche. Soprattutto, come si diceva in apertura, dinnanzi al perdurante silenzio di Elly Schlein e Maurizio Landini. Un silenzio che avrà le sue ragioni e lecito in democrazia, ci mancherebbe. Ma che alcuni malintenzionati – pardon, malintenzionat* - potrebbero perfino prendere come una forma di appoggio. Non è certamente questo il caso, vogliamo sperare. Ma il rischio che certi atteggiamenti alimentato è esattamente questo. Un rischio da non sottovalutare.