28/11/2019

Legge anti-omofobia. Zan Zan ai diritti civili conquistati in secoli

C’era da aspettarselo. La legge contro l’omofobia, presentata il 2 maggio 2018 dal deputato Alessandro Zan,  ora che il Governo è passato in mano al Movimento 5 Stelle ed al Partito Democratico, ha iniziato il suo iter in Commissione  Giustizia alla Camera e potrebbe diventare realtà.

Si tratta di una vera e propria forzatura, lontana anni luce dal sentire del popolo italiano. Una legge liberticida che passerà con una maggioranza bulgara visti i numeri in Parlamento dell’opposizione.

Tra l’altro il testo di Zan è solo uno dei diversi testi presentati riguardo all’omotransfobia. In Senato è stato depositato in data 26 marzo anche il DDL 1176, su iniziativa Parlamentare di Alessandra Maiorino, che contiene le modifiche agli articoli 604-bis e 604-ter del codice penale e l’istituzione della Giornata Nazionale contro l’Omotransfobia.

Ma sapete perché questo tipo di leggi censurano indirettamente chi crede che i bambini hanno diritto a un papà e una mamma? Perché questo genere di interventi legislativi hanno sempre rappresentato un cavallo di troia per calpestare di fatto diritti umani inviolabili che i Paesi civili hanno impiegato secoli a far rispettare, come quello della libertà di pensiero e della libertà di parola.

Quanto poi alla presunta “emergenza omofobia” nel nostro Paese, cioè ai crimini contro le persone LGBT che sarebbero diffusi in modo allarmante in Italia, ecco i dati. L’OSCAD, inserito nel Ministero dell’Interno, che monitora gli atti di discriminazione, ha ricevuto e registrato da gennaio a ottobre 2017 solo 13 casi, contro gli 83 del 2016, segnalando addirittura una controtendenza. Riprovevoli sono la violenza, il bullismo, l’emarginazione, l’ingiusta discriminazione, per qualsiasi motivo soggettivo. Ma molti dati oggettivi e convergenti spingono a concludere che, in Italia, non esiste alcuna “emergenza omofobia”, ma che questa è invocata dalla stampa e da certa politica per introdurre una legislazione di favore e di speciale tutela per la comunità LGBT. Questo sì che è discriminatorio nei confronti degli Italiani!.

Altro rischio che vorremmo porre all’attenzione delle famiglie. Spesso attraverso queste leggi si rende possibile entrare nelle scuole con progetti dove, con la scusa della discriminazione, si parla ai bambini di ben altro. Vogliamo che le famiglie siano libere di avere le proprie opinioni e di decidere cos’è meglio per i propri figli.

Alla comunità Lgbt proprio per questo facciamo una domanda: ma non vi battevate contro gli stereotipi di genere? E che fate, create a tavolino una categoria di persone che ha tutele superiori e diverse rispetto a tutti gli altri cittadini? Non si rischia così che tante famiglie, persone, ragazzi, studenti, vengano sottomessi a una dittatura arcobaleno celata dietro a facili e non meglio identificati slogan anti-violenza e anti-soprusi? Per questi reati le leggi già ci sono e puniscono i colpevoli.

Quanto al business dell’anti discriminazione basta sottolineare che molte aziende votate alla lotta all’omofobia, per l’inclusività, e per il rispetto dei diritti civili, fanno affari d’oro. E peccato poi che certi paladini dei diritti civili, vadano a fare business o ad aver rapporti politici proprio dove l’omosessualità è addirittura reato passibile di condanna a morte. 

 

di Antonio Brandi

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