17/02/2023

L’europarlamentare Basso (Lega-Id): «Gender e aborto non salveranno neppure una donna dalla violenza»

«Un nuovo tentativo di nascondere dietro al sacrosanto diritto delle donne al rispetto del proprio corpo e della propria salute una imposizione della visione abortista e gender». Sono le parole dell’eurodeputata Alessandra Basso (Lega-ID), che analizza così il voto - dello scorso 15 febbraio, a Strasburgo - riguardo la Convenzione del Consiglio d'Europa sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica, ovvero la ratifica dell’adesione alla Convenzione di Istanbul.

Un documento, quest’ultimo, che è un vero e proprio cavallo di Troia per introdurre gender e identità di genere. «In aula - spiega la Basso nel suo commento inviato a Pro Vita & Famiglia - abbiamo sentito di tutto. Dall'accusa rivolta all'Italia di ostacolare l'accesso all'aborto, un servizio sanitario che contempla e garantisce - non dimentichiamolo - anche il diritto dei professionisti all'obiezione di coscienza. Alla proposta di alcuni Stati membri di sancire il diritto all'aborto nelle loro costituzione. Come può tutto questo incidere sulla lotta contro le violenze cui sono sottoposte le donne?».

«È essenziale prima e sopra ogni cosa - prosegue Alessandra Basso - che le bambine, le ragazze e le donne vengano poste nelle condizioni di non essere sottoposte a vessazioni fisiche, psicologiche, sociali ed economiche. La prevenzione e il contrasto a tutta la gamma dei comportamenti violenti devono essere in assoluto la prima preoccupazione. Non si può sottrarre neppure un minimo di considerazione a questi temi e soprattutto non è corretto utilizzarli strumentalmente per introdurre istanze gender o pro aborto, minando così l'efficacia di provvedimenti per combattere la violenza di genere. Non è forse una forma di violenza togliere in questo modo attenzione alle donne che ogni giorno vengono umiliate, vessate, picchiate e private delle speranze e persino della vita?».

 

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