I medici belgi hanno trovato una soluzione economica ed efficace per il problema della scarsità di organi adatti ai trapianti che c’è in Europa: i pazienti che chiedono l’eutanasia possono donarli. Alla 21a Conferenza di Chirurgia Toracica Generale http://www.estsmeetings.org/2013/ che si è tenuta a Birmingham, in Inghilterra, nel Maggio scorso, in un documento presentato dai medici dell’Ospedale Universitario di Lovanio http://www.estsmeetings.org/2013/images/documents/ests-abstracts-2013.pdf si legge che in Belgio i donatori eutanasizzati sono circa il 12,8% di tutti i donatori di polmoni: c’è sempre stata un’ottima riuscita clinica del trapianto. Essi auspicano quindi che con una maggiore consapevolezza del pubblico, coloro che chiedono l’eutanasia si prestino volentieri a questo gesto di estremo “altruismo e solidarietà”.
Il 12,8% cui si riferisce il documento, in un piccolo paese come il Belgio, sono solo 6 pazienti. Tre erano affetti da gravi patologie neuromuscolari e tre erano malati mentali. Tutti e 6 hanno espresso chiaramente il desiderio di donare gli organi e i team che hanno eseguito l’eutanasia e il trapianto sono stati nettamente diversi e separati (chissà perché, ci tengono tanto a sottolinearlo…).
E’ evidente a chiunque fosse dotato di buon senso (ma buono anche in senso etico…) che è estremamente pericoloso far credere alle persone deboli di mente, o disabili, o comunque disperate che la loro morte ha più senso e valore della loro vita. E non è certo auspicabile una società che accetti l’idea che essa può trarre vantaggio a spese di quei suoi membri più deboli, più bisognosi di cura (e di affetto) e che di per sé – tra l’altro – in termini economici costano parecchio.
Ma attenzione, cari lettori: ci stiamo arrivando. Forse ci siamo già arrivati.
di Francesca Romana Poleggi