Smascherata la strategia di Matteo Renzi : vestire gli abiti del bravo ragazzo, con il suo bel passato da boyscoyt, per ingannare i cattolici e promuovere in tutto e per tutto sotto il loro naso l’intero pacchetto dei diritti gender e le rivendicazioni LGBT.
Divorzio breve, liberalizzazione delle droghe leggere, unioni civili, matrimonio gay, adozione per omosessuali: tutti progetti non contenuti negli impegni presi prima di autopromuoversi capo del Governo, ma in atto.
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L’intento dell’ex-boyscout che si è autopromosso premier di questo Governo è chiaro: far cadere in trappola i cattolici italiani.
C’è un ex-boyscout in Italia, dai toni gioviali e semplici tipici dei fiorentini, che voleva fare il premier. E ci sta riuscendo. Il suo nome è Matteo Renzi ed attraverso raffinate tecniche comunicative e disinvolte scalate al potere, prima del suo partito, quello Democratico, poi di Palazzo Chigi, sta raccontando un sacco di favole agli italiani. L’ex-boyscout si definisce anche cattolico, ma, nonostante questo suo passato, da poco più di un anno a questa parte sta cercando di accelerare in tutti i modi i tempi per una legge sulle unioni civili.
Proprio come le cosiddette civil partnerships che Elisabetta Regina d’Inghilterra sottoscrisse nel 2004 e che ora sono ufficialmente divenute, attraverso una ‘leggina’, matrimoni gay. La legge inglese guarda esclusivamente a coppie dello stesso sesso, cui garantisce gli stessi diritti e impone gli stessi doveri che due coniugi di sesso diverso assumono con il matrimonio.
Quando Renzi parla di unioni civili in Italia in realtà prende spunto proprio da quelle originarie civil partnerships. Ma se la storia insegna qualcosa, potrebbe avvenire anche in Italia quanto è accaduto in Gran Bretagna. Lì nel giro di dieci anni le unioni civili sono diventate matrimoni omosessuali a tutti gli effetti. E questo è esattamente ciò che vuole fare il governo in Italia: quella che nell’immaginario comune è la semplice iscrizione di una coppia dello stesso sesso in un registro a parte, poco più che un ‘quadernone’, in realtà si trasformerebbe anche da noi, come in Gran Bretagna, in un vero e proprio matrimonio gay.
In Italia la legge prevedrebbe il diritto alla reversibilità della pensione in caso di decesso del compagno/compagna così come il diritto alla successione. I conviventi eterosessuali invece si accontenterebbero dei “patti di convivenza”, una forma di riconoscimento più leggero. Tutto esattamente come un matrimonio tra uomo e donna. Con una sola eccezione, quella che la coppia gay non potrà adottare bambini. Ma, anche qui, Renzi prenderebbe spunto dalla stepchild adoption del sistema inglese, che rende possibile a uno dei soggetti della coppia gay di adottare il figlio (anche adottivo) dell’altro coniuge e di fargli in tutto e per tutto da genitore.
Così, connettendo i fili della trama ideologica, intessuti con grande abilità dalle lobby gender, si può facilmente intuire il disegno d’insieme che al suo interno si articola in provvedimenti come il divorzio breve, la liberalizzazione delle droghe leggere, la fecondazione eterologa, l’aborto, l’omofobia. Con il rischio che, in questa confusione legislativa, si arrivi un giorno ad avere una minoranza di coppie fondate sul matrimonio fra uomo e donna, e ad avere un esercito di bambini nati in provetta o catapultati all’interno di una famiglia omosessuale, con tutte le complicazioni che ne conseguono.
Perciò Il popolo della famiglia e della vita, in Italia, deve battersi e impedire che ciò avvenga. Battaglia ardua ma non impossibile, che deve mobilitare tutta la galassia pro-life e pro-famiglia prima che questi progetti diventino realtà e legge.
L’intento dell’ex-boyscout che si è autopromosso premier di questo Governo è chiaro: far cadere in trappola i cattolici italiani così come accaduto in Inghilterra dal 2004 ad oggi. Ma se dagli errori e dagli sbagli si impara, per una volta provare a prevenire anziché curare non sarebbe male. La battaglia per la famiglia è appena cominciata, sarebbe imperdonabile lasciare che l’ipocrisia di genere prendesse il sopravvento.
Luca Colavolpe Severi
Fonte: Views & Values