27/09/2017

LGBT – Croce rossa arcobaleno: gay-friendly è bello

Ripubblichiamo un articolo pubblicato sulla nostra Notizie ProVita nel maggio del 2015, ma ancora attuale: analizzavamo i legami tra la Croce Rossa e il mondo LGBT, che sono più stretti di quel che verrebbe da pensare (e che auspicheremo)...

 Anche la Croce Rossa è vicina al mondo LGBT

Il Comitato Provinciale della Croce Rossa di Roma ha attivato nel 2013 il network LGBT – QIA (gay, lesbian, bisexual, transgender, queer, inter-sexual, asexual) chiamato “Andrea”.
Sul sito della CRI possiamo leggere: «Andrea è un nome ambigenere, sia maschile che femminile. Andrea rappresenta la non necessità di essere identificabile e schematizzabile in una dicotomia svilente e senza uscita (l’identità sessuata voluta dalla natura, N.d.R.). Andrea è una sfida, rappresenta il voler superare le aspettative della società... essere Andrea non comporta l’essere necessariamente uomo come la società si aspetta, essere Andrea significa emanciparsi dalle proiezioni dei luoghi comuni, significa superare il pregiudizio, significa costruire un’identità propria (a prescindere da ciò che la natura genera, N.d.R..

Ecco a cosa serve Andrea: «Da una parte inciderà sul territorio nazionale, attraverso iniziative e campagne di sensibilizzazione di Croce Rossa e attraverso una strategia di inclusione della diversità e di prevenzione dei comportamenti escludenti. Promuoverà inoltre la nostra Associazione come un luogo dove poter sviluppare se stessi, potenziare il proprio ruolo nella società, senza mascherare la propria diversità. Dall’altra, il network intende essere uno strumento di advocacy presso le autorità dei Paesi per garantire il rispetto dei diritti umani delle persone vulnerabili».

Ad “Andrea” si accompagnano diverse campagne contro l’omofobia, incluso uno spot, contro l’omofobia.

Lo spot, con lo slogan «Non avere paura di indossare un altro colore», mostra un giovane barbuto che in un ristorante guarda due ragazzi che si scambiano tenerezze. Non sembra abbia la faccia schifata, e non dice assolutamente niente. Due ragazze notano il suo sguardo e, in modo un po’ provocatorio, lo guardano a loro volta scambiandosi bacetti. Il protagonista esce notando (con lo stesso sguardo) due (vecchi) eterosessuali e uno che si coccola il cane.
Qual è il messaggio educativo in tutto questo? Che si è omofobi anche non dicendo e non facendo niente!

Ad ogni modo, vogliamo peccare di benevolenza. Vogliamo credere che l’intento della CRI sia quello di prevenire e combattere la violenza e l’ingiusta discriminazione, oggettiva, reale, sulla qual cosa ovviamente tutti saremmo d’accordo.

Allora perché un volontario della Croce Rossa è stato allontanato dopo più di 20 anni di servizio per aver espresso pubblicamente la sua contrarietà alle nozze gay, così care al mondo LGBT? Tra i diritti umani che la Croce Rossa intende tutelare, non c’è quello di esprimere il proprio pensiero? A Bryan Barkley, 71enne inglese, questo è stato negato: quando ha manifestato la sua opinione, stando in piedi da solo davanti alla Cattedrale di Wakefield con un cartello con la scritta «No ai matrimoni gay», il dirigente della Croce Rossa locale, il Signor Peers, lo ha convocato ed ha reso noto all’anziano volontario, con effetto immediato, l’impossibilità di poter proseguire la sua attività all’interno della struttura.

Per finire, una nota che esula dal mondo LGBT (ma neanche troppo, forse...): sapete cosa si vince nei giochi a premi organizzati dai volontari CRI negli stand che allestiscono per pubblicità e raccolta fondi? Preservativi. Le case farmaceutiche ringraziano.

Alba Mustela

Fonte: Notizie ProVita, maggio 2015, p. 15


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