Il caso delle linee guida gender e a favore della transizione di genere per i bambini ha investito il mondo scolastico del Lazio.
Qualche giorno fa, infatti, un documento ufficiale è stato recapitato a tutte le scuole di ogni ordine e grado con l’informativa di un corso ad hoc, un webinar che si sarebbe dovuto tenere a settembre, sul tema “Le diverse sfumature dell’identità di genere e dell’orientamento sessuale”. Il corso si proponeva «l’obiettivo di fornire agli operatori che lavorano in ambito scolastico informazioni che permettano di ottenere un quadro ampio e, quanto più chiaro possibile, relativo alle problematiche connesse alle tematiche dell’orientamento sessuale e dell’identità di genere».
Connesso a questo evento – e sempre indirizzate alle scuole di ogni ordine grado – il documento più choccante, quello contenente delle linee-guida emanato dall’azienda ospedaliera San Camillo-Forlanini (che si è poi dissociata, smentendo un suo reale coinvolgimento) e dalla Regione, in collaborazione con le associazioni Genderlens e Agedo, che raggruppano genitori di bambini e adolescenti con varianza di genere. Linee-guida che, appunto, si proponeva di aiutare ad avviare le “strategie di intervento e promozione del benessere dei bambini e degli adolescenti con varianza di genere”.
Subito dopo la diffusione di questi documenti sono piombate a decine le segnalazioni di insegnanti, familiari ed enti che, nel rivolgersi a Pro Vita & Famiglia, sottolineavano non solo l’assurdità e la caratura ideologica dei testi, ma anche e soprattutto l’essere stati completamente bypassati da parte degli enti proponenti, che sono così venuti meno ad ogni patto di responsabilità e collaborazione tra istituzioni e famiglie.
Dopo i primi articoli e richieste di chiarimenti è arrivata la smentita dell’Istituto San Camillo-Forlanini, che si è detto estraneo alla vicenda diffidando chi ha usato, senza consenso, il suo nome e logo per stilare e diffondere i documenti. Stessa smentita che, però, non è arrivata dalla Regione Lazio né dalle altre associazioni coinvolte.
Grazie alle richieste formali di Pro Vita & Famiglia, però, nella serata di ieri è arrivato il ritiro dei documenti e la sospensione del webinar di settembre da parte dell’Urs, l’Ufficio scolastico regionale. Un’entità che, lo ricordiamo, è dipendente dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, non dall’amministrazione guidata da Nicola Zingaretti.
Le denunce e le segnalazioni che abbiamo portato avanti, dunque, hanno permesso il ritiro di queste linee-guida e hanno fugato un enorme pericolo per le scuole laziali e, soprattutto, per i più piccolo, che hanno rischiato di diventare merce e destinatari di una propaganda ignobile e assolutamente a-scentifica. Al contrario delle realtà e delle associazioni proponenti, infatti, noi di Pro Vita & Famiglia non ci sogneremmo mai di ignorare il dialogo con le famiglie e la giusta e sacrosanta informazione che và loro data, soprattutto quando si tratta della libertà di educazione e dei programmi didattici ed educativi rivolti ai loro figli.
Il pericolo, però, come dicevamo, non è scampato e stiamo sempre all’erta. Sì, perché – come abbiamo fatto venire alla luce – la Regione Lazio e l’Istituto San Camillo-Forlanini (a meno di altre smentite come la precedente) sono e rimangono comunque impegnate in un modus operandi pro-gender e pro-variazione di genere, anche in ambito medico-scientifico.
In passato, infatti, è stato pubblicato un altro documento (che alleghiamo interamente QUI) sempre con la doppia intestazione Regione Lazio - San Camillo Forlanini, riguardante il SAIFIP, ovvero il Servizio per l'Adeguamento tra Identità Fisica e Identità Psichica.
Le note informative - redatte a cura dell'Uoc Urologie e dell'Uoc Chirurgia Plastica e Ricostruttiva, in collaborazione con l'Istituto Metafora - contengono le informazioni per il servizio e le modalità di accesso alle prestazioni, nonché per i percorsi medici e legali e addirittura un "glossario" per il corretto uso di termini quali Lgbt, riattribuzione anagrafica, transgenderismo, travestitismo, queer, pride, omofobia interiorizzata e così via.
Come se non bastasse, nel documento sopracitato viene puntualizzato che «il Servizio ha collaborato, per diversi anni, con la Tavistock & Portman Clinic di Londra, servizio interdisciplinare sul tema riconosciuto in ambito scientifico internazionale, per attività di supervisione e ricerca». La Tavistock & Portman Clinic di Londra è la struttura britannica travolta da un enorme scandalo nazionale proprio in questi mesi, dopo che sono state scoperchiate delle vere e proprie manipolazioni per affrettare le diagnosi di disforia di genere e sfornare bambini trans come se nulla fosse, come riporta il sito Tempi.
Una vittoria per il bene dei bambini, dunque, non significa lo scampato pericolo che l’ingresso del gender nelle scuole (e nelle vite dei più piccoli) rappresenta.