14/05/2021 di Manuela Antonacci

Lite in tv tra Adinolfi e Cecchi Paone. Il leader del Popolo della Famiglia: «Ddl Zan è legge fascistissima»

Un intervento appassionato che ha fatto adirare Cecchi Paone e non poco. Parliamo del botta e risposta acceso, sul ddl Zan, in cui sono volate parole grosse, tra Mario Adinolfi e Cecchi Paone, durante la trasmissione di approfondimento politico “Zona bianca”.

Il giornalista e leader del Popolo della famiglia, oltre ad aver espresso con fermezza il suo diniego verso un disegno di legge degno, a suo dire delle “leggi fascistissime”, ha anche attaccato la pratica "dell'utero in affitto", che nel nostro ordinamento "è punita dalla legge e dalle sanzioni” aggiungendo che "Queste sono conquiste di civiltà che uomini di sinistra dovrebbero garantire. Solamente i massoni possono sperare in una società in cui i bambini siano comprati e venduti" e in studio è scoppiata una bagarre. Lo stesso Adinolfi ha poi voluto spiegarci il senso del suo intervento.

 

Al di là dei toni forti, qual era il messaggio di fondo del Suo intervento?

«Io ho posto una questione in trasmissione: il ruolo della massoneria in questa campagna che ho letto, sul ddl Zan, come una campagna fortemente anticristiana. Durante la trasmissione, poi, è andato in onda il solito servizio orientato contro un sacerdote che ha detto parole, a mio avviso, normalissime, in linea con la posizione dottrinale della Chiesa cattolica che ha espresso con un responso firmato da Papa Francesco il no alla benedizione delle coppie omosessuali, si è tentato poi, di contrappormi al Magistero della Chiesa, come se papa Francesco e la Cei dicessero cose diverse da quelle che dico abitualmente e l’ho dovuto ribadire in trasmissione che la Cei e il Papa hanno espresso posizioni contrarie all’ideologia gender e al ddl Zan. Ho dovuto richiamare un massone, in trasmissione, a non parlare del Papa, perché diventa un po’ irritante. Non si fa, nella netiquette, invito i massoni, dichiarati o occulti (mi fanno più paura gli occulti che i dichiarati) di avere almeno la decenza di evitare di mettere bocca su questioni di chiesa».

Le è stato dato del fascista, ma Lei ha replicato che è questa legge ad essere “fascistissima”…

«Io sono uno studioso di Storia e un laureato in Storia, sono stato un militante di Sinistra oltre che un parlamentare di Sinistra, molto difficile raccontare la mia storia come quella di una “fascista”. Sono stato un democristiano, sono stato un popolare, quando il partito popolare è confluito nel PD, sono stato anche un dirigente e deputato del Partito Democratico. Quindi, quando ho sentito questo aggettivo ho capito che in quella critica era contenuta in realtà, un’autobiografia. Da studioso di storia non posso non ricordare che, l’unica legge, nell’intera vicenda unitaria italiana, dal 1861 ad oggi, che ha inteso mandare in carcere gli avversari politici, furono le cosiddette “leggi fascistissime” del 1926, l’unico precedente alla legge Zan, alla modalità in cui questa proposta vuole trattare gli oppositori politici».

Attaccando l’utero in affitto Lei ha detto che solo i massoni possono volere una società in cui i bambini siano comprati e venduti, Cecchi Paone le ha risposto che le toglierà la pelle in tribunale…

«Ho pensato che, evidentemente, dopo i sei anni di carcere previsti per la legge Zan, se non sarò rieducato, ci sarà la pena accessoria della “scuoiata”, evidentemente si tratta di un “emendamento”. È evidente che Cecchi Paone provava a raccontare un’Italia del tutto prona alle sue indicazioni programmatiche che poi sono le indicazioni programmatiche della piazza di sabato, in cui si è detto esplicitamente che il ddl Zan è il presupposto per far approvare utero in affitto, adozioni gay, matrimonio egualitario, legge sul fine vita e gender nelle scuole. In un minutino di intervento la responsabile dei diritti civili di Sinistra italiana che si chiama Marilena Grassadonia, l’ha detta in maniera esplicita “il ddl Zan è il presupposto per far passare questo pacchetto di cinque proposte molte definite. Io ho spiegato a Cecchi Paone e lo spiegherò sempre in questi mesi di battaglia, che il vero livello di progressismo, sta nella capacità di saper individuare i soggetti deboli e non c’è niente di progressista nell’occultare in maniera così brutale, i diritti dei neonati e dei bambini che sono in assoluto i soggetti più deboli della terra. Per cui nessuno mi convincerà mai che un neonato partorito possa essere staccato dal ventre l’ha partorito e dal seno che l’ha allattato e dato a due che l’hanno comprato e che questo sia un atto progressista. Solo i massoni che hanno dei principi ispiratori anticristiani possono immaginare che lì ci sia un elemento di “progressismo” perché si frantuma la famiglia naturale. Se non posso affermare neanche questo e se lo affermo devo finire in diretta televisiva, senza che nessuno abbia avuto niente da dire peraltro, “trascinato in tribunale” e mi si deve “togliere la pelle”, allora siamo in una stagione veramente triste per la libertà di espressione».




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