06/07/2023 di Gloria Callarelli

Lo studio che smaschera l’ambientalismo radicale che vuole meno persone per la salvaguardia dei ghiacciai

La bufala del cambiamento climatico e del surriscaldamento climatico si arricchisce di un ulteriore tassello. La teoria, infatti, secondo la quale i ghiacciai si stiano sciogliendo non tiene in considerazione studi recenti il cui responso va in una direzione totalmente opposta.

L'organizzazione meteorologica mondiale nel rapporto pubblicato a Ginevra alla vigilia della Giornata della Terra 2023, infatti, ha lanciato nuovamente l’allarme: «i ghiacciai del mondo si sono sciolti nel 2022 ad una velocità drammatica e la loro salvaguardia è di fatto una causa pers». A riportarlo è direttamente l'Onu.

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La causa, nemmeno a dirlo, è sempre la stessa: l’alta concentrazione di CO2, anidride carbonica, motivo per cui spesso sentiamo dire che le persone sul Pianeta sarebbero troppe e che si deve arrestare questa crescita, come? Non facendo figli. Secondo questo rapporto annuale, la temperatura media globale nel 2022 è stata di 1,15 gradi sopra la media del 1850-1900 e gli anni dal 2015 al 2022 sono stati gli otto più caldi dall'inizio della registrazione strumentale nel 1850. Numeri certamente limitati rispetto a una situazione climatica che da milioni di anni tende a variare.

Lo studio, però, dicevamo, non tiene in considerazione, ad esempio, della ricerca delle dottoresse Julia R.Andreasen, Anna E.Hogge Heather L. Selley, pubblicata su Copernicus pubblicata lo scorso 16 maggio 2023. Il contenuto della ricerca, riassunto, spiega: «La riduzione dell'area nella penisola antartica (6693 km2) e nell'Antartide occidentale (5563 km2) è stata compensata dalla crescita dell'area nell'Antartide orientale  (3532 km2) e le grandi piattaforme di ghiaccio Ross e Ronne–Filchner (14 028 km2). Il più grande ritiro è stato osservato sulla piattaforma di ghiaccio Larsen C, dove 5917 km2 di ghiaccio sono stati persi durante un evento di distacco individuale nel 2017, e il più grande aumento dell'area è stato osservato sulla piattaforma di ghiaccio di Ronne nell'Antartide orientale, dove un graduale avanzamento rispetto al passato decennio ha portato a un aumento dell'area di 5889 km2 dal 2009 al 2019.

Insomma: se da una parte è vero che in una zona si è registrato un ritiro dei ghiacciai, dall’altra parte è altresì vero che in un’altra si è verificato un aumento delle piattaforme di ghiacciai.  Quindi, chiude lo studio, importante è fare le valutazioni in modo corretto, analizzando i fenomeni con gli interi dati a disposizione e con le giuste tempistiche: «Complessivamente, l'area della piattaforma di ghiaccio antartica è cresciuta di 5305 kmdal 2009, con 18 piattaforme di ghiaccio in ritirata e 16 piattaforme più grandi in crescita nell'area. Le nostre osservazioni mostrano che le piattaforme di ghiaccio antartiche hanno guadagnato 661 Gt di massa di ghiaccio nell'ultimo decennio, mentre l'approccio dello stato stazionario stimerebbe una sostanziale perdita di ghiaccio nello stesso periodo, dimostrando l'importanza di utilizzare le osservazioni del flusso variabile nel tempo per misurare il cambiamento».

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