Le polemiche sul Congresso di Verona, i loro partecipanti e, in questo caso, anche i loro finanziatori, a distanza di oltre due mesi, non sono destinate a cessare.
Anzi, com’è tipico di certi ambienti filo-lgbt, non ci si accontenta della polemica tout-court ma si ricorre a veri e propri atti intimidatori, perché finalizzati, come in questo caso, a rovinare economicamente i presunti nemici “bacchettoni” e “omofobi”.
Stiamo parlando dell’incredibile boicottaggio lanciato contro l’azienda vinicola Villa Sandi di Giancarlo Moretti Polegato che produce vino pregiato; boicottaggio partito direttamente dal critico gastronomico Jay Rainer, firma di The Guardian, in occasione dell’evento enologico London Wine Fair. La colpa terribile di Moretti Polegato sarebbe quella di essere stato tra gli sponsor del Congresso di Verona, avendo fatto apporre anche il logo dell’azienda sulla brochure del Congresso.
Tanto sarebbe bastato per meritare l’anatema di Rainer il quale, attraverso un tweet lanciato il 22 maggio scorso e rivolto ai consumatori inglesi, avrebbe rivolto loro una domanda retorica: «Le vostre scelte di prosecco stanno finanziando coalizioni di ultranazionalisti, intolleranti e omofobi? Villa Sandi è stata tra gli sponsor principali del Congresso mondiale delle famiglie, un evento che ha riunito l’estrema destra a Verona». Non contento di questo richiamo, Rainer avrebbe anche invitato a leggere l’articolo di Adam Ramsay, sulla piattaforma Opendemocracy.net in cui l’autore si è preoccupato di definire l’azienda di Giancarlo Moretti Polegato «sponsor di razzisti, bigotti e ultranazionalisti», motivo per cui, afferma, «i critici gastronomici e gli attivisti Lgbt chiedono di boicottare il vino Villa Sandi». Una vera e propria chiamata alla armi, per di più (e basterebbe solo questo dettaglio per commentare l’iniziativa) riportata sul sito web finanziato niente poco di meno che da George Soros, guarda caso il magnate miliardario che finanzia ogni genere di iniziativa pro aborto e pro Lgbt e che elargisce anche svariate centinaia di migliaia di sterline l’anno proprio per Opendemocracy.
Ma di “democrazia” non si riscontrano grandi tracce in un simile modus operandi e nemmeno nei tweet che Rainer ha lanciato successivamente alle prime accuse e in cui chiede addirittura la messa al bando, dalla fiera londinese, di tutti i vini con marchio Villa Sandi, spingendosi fino alla proposta di richiedere esplicitamente gli orientamenti politici dei produttori di vino presenti alla fiera enologica. Purtroppo la risposta dell’azienda vinicola non è stata esattamente vigorosa: tramite un tweet Villa Sandi ha replicato: «Ciao Jay Rainer, il modo in cui si fa riferimento a Villa Sandi non riflette i valori e la filosofia della nostra azienda. Le istituzioni locali ci chiedono spesso di partecipare a eventi locali. Le implicazioni del Congresso sono state inaspettate e ci hanno lasciati completamente sconcertati». Purtroppo persino la Regione Veneto, nella persona del governatore Luca Zaia, avrebbe preso le distanze dall’azienda di Moretti Polegato. Il governatore sarebbe arrivato a dichiarare il suo stupore in merito alla sollecitazione da parte della sua stessa Regione, nei riguardi di diversi gruppi imprenditoriali, a finanziare il Congresso di Verona.
Ci auguriamo che Giancarlo Moretti Polegato tenga la schiena dritta e non si cali le braghe di fronte a un simile vergognoso boicottaggio, di “casi Barilla” ce ne basta e avanza uno.
Manuela Antonacci